E’ proprio di queste ore la circolazione virale della notizia che la moglie di Enrico Berlinguer, ex segretario del Pci, scomparsa nei giorni scorsi all’età di 89 anni, percepisse il vitalizio del marito.

La signora Berlinguer, infatti, percepiva, come qualunque coniuge che rimane vedovo, la pensione di reversibilità, ovvero l’integrazione al reddito attraverso un assegno previdenziale precedentemente erogato al coniuge scomparso o che a lui sarebbe toccato.

Su alcuni siti, però, si parla inelegantemente e, ovviamente, con cattivo gusto del fatto che con la scomparsa della signora Letizia, finalmente, si finisce di pagarle il vitalizio del marito scomparso con le seguenti parole: “E’ morta ieri la signora Letizia Laurenti, vedova di Enrico Berlinguer.

Nel rispetto per il suo decesso non ci dimentichiamo che ha goduto fino all’ultimo del vitalizio del marito, ex segretario del Pci. Non siamo riusciti a trovare in rete l’importo, ma considerando che il leader del Pci sedette tra i banchi della Camera dal 1968 al 1984, l’importo del suo vitalizio è sicuramente superiore ai 7/8mila euro al mese, che abbiamo pagato alla vedova per la bellezza di 33 anni”.

Quello che la signora Letizia percepiva non era il vitalizio del marito defunto ma una pensione di reversibilità. Contestare i vitalizi oltre che lecito è giusto, ma andare a penalizzare e diffamare i coniugi dei defunti che beneficiano di un istituto previdenziale è davvero di cattivo gusto. Anche se al momento la questione dei vitalizi è scandalosa, è doveroso ricordare che negli anni in cui Berlinguer era deputato, le indennità di mandato erano molto inferiori e che fino alla riforma del 1997 si accedeva al vitalizio solo dopo 6 legislature (Berlinguer è stato deputato solo per 5 legislature, quindi non ne beneficiava). Anche se non si sa quanto la vedova di Berlinguer prendesse come importo della pensione di reversibilità sembra davvero di cattivo gusto far girare in maniera virale una fake news come questa.