I commercialisti non ci stanno all’estensione ai revisori legali della possibilità di abilitarsi al rilascio del visto di conformità per le dichiarazioni fiscali ed altro.

La presa di posizione della categoria è espressa dal Consiglio nazionale nel corso di un’audizione tenutasi presso le commissioni Finanze, Tesoro, Lavoro e Previdenza sociale del Senato in merito alla conversione in legge del decreto fiscale collegato alla legge di bilancio 2022.

I revisori legali tra gli intermediari abilitati

Il decreto n. 146 del 2021 (collegato fiscale alla manovra finanziaria del 2022) amplia la categoria di intermediati incaricabili dai contribuenti per l’invio della propria dichiarazione dei redditi, inserendovi anche i revisori legali.

Di conseguenza i revisori legali sono implicitamente inseriti tra i professionisti che possono abilitarsi al rilascio del visto di conformità sulle dichiarazioni stesse oppure per altre finalità.

E’ il caso, ad esempio, del bonus 110 nell’ipotesi di opzione per sconto in fattura o cessione del credito (in questa circostanza occorre acquisire il visto di conformità che è rilasciato dagli stessi soggetti che sono incaricabili per l’invio delle dichiarazioni fiscali).

Il NO dei commercialisti

Il Consiglio Nazionale dei Commercialisti di NO ai revisori legali.

Gli iscritti nel registro dei revisori legali non possiedono la specifica competenza in materia fiscale e tributaria necessaria per attestare la sussistenza dei presupposti che danno diritto alle detrazioni d’imposta richieste dai contribuenti nelle dichiarazioni annuali. Si pensi, solo per fare un esempio, alle verifiche in merito alla spettanza delle detrazioni edilizie, tra cui il superbonus del 110 per cento, caratterizzate da una notevole complessità della relativa disciplina istitutiva.

Inoltre, i revisori non sono peraltro sottoposti alla vigilanza di un ordine professionale né al rispetto delle cogenti norme deontologiche espressamente previste per i commercialisti ed i consulenti del lavoro.

Con queste parole si è espresso in audizione il Consigliere nazionale delegato alla fiscalità, Maurizio Postal (vedi anche comunicato stampa CNDCEC).

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