Per una maggiore tutela della privacy del lavoratore a casa in malattia, le visite fiscali a breve, verosimilmente già ad aprile 2018, saranno digitalizzate. Una recente sentenza della Cassazione (n.2367/2018) ha di recente acceso i riflettori sul tema dopo che un dipendente aveva fatto ricorso contro il certificato del medico Inps che riportava l’indicazione alle visite psichiatriche alle quali doveva sottoporsi (annotazione passata al datore di lavoro e da quest’ultimo divulgata determinando scherno e pregiudizi da parte di colleghi).

Nel caso di specie, come abbiamo visto, i giudici hanno respinto il ricorso ma l’occasione è servita a ribadire l’esigenza di tutelare la privacy dei lavoratori mediante, anche, una modifica della procedura in modo da evitare situazioni spiacevoli e delicate di questo tipo.

Visite fiscali e certificati digitali: cosa cambierà

Dal 2012 (in concomitanza con un più ampio percorso di digitalizzazione delle PA), la procedura cartacea è stata sostituita dal verbale telematico. Oggi quindi in pratica il medico fiscale riceve le visite fiscali da fare a domicilio sul netbook fornito dall’Inps e, dopo l’esame, stampa una copia completa del verbale sottoscritto da lui e dal lavoratore. Un’altra copia, ma contenente solo i dati anagrafici, della prognosi viene consegnata al lavoratore. Il datore di lavoro all’esito della visita riceve solo parere in merito all’idoneità o incapacità lavorativa del dipendente.

Una volta eseguite tutte le visite fiscali, sul netbook resta solo il numero di referto, senza dati anagrafici.
Ora questa procedura cambierà ancora: il netbook sarà sostituito da un tablet con firma digitale: il verbale non sarà più stampato ma il lavoratore in malattia potrà visualizzarlo online sul sito dell’Inps.

Al paziente verrà rilasciata la ricevuta contenente i dati anagrafici e la prognosi del medico.
Non cambierà nulla invece per quanto concerne le modalità di comunicazione dell’esito della visita al datore di lavoro.