Disco verde per l’assegno da 150 euro al mese riservato ai genitori con figli disabili. E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministero del Lavoro e dell’Economia che prevede l’assegnazione di un sussidio economico a sostegno delle famiglie in difficoltà economica.

La misura, prevista dalla legge di bilancio 2021, è valida per tre anni (fino al 2023), ma potrà essere prorogata. Per ora lo stanziamento iniziale nel fondo dedicato all’assegno da 150 euro al mese è di 5 milioni di euro.

Assegno da 150 euro al mese per figli disabili

L’assegno da 150 euro al mese (1.800 euro all’anno) è riconosciuto esclusivamente ai genitori che versano in gravi condizioni economiche. Si tratta in particolare di coloro che hanno perso il lavoro (disoccupati) o non dispongono di redditi insufficienti a sostenere loro stessi con la presenza di un figlio disabile.

Per ottenere l’assegno da 150 euro al mese non bisogna superare la soglia di 8.145 euro all’anno (4.800 in caso di lavoratori autonomi). Il limite è riferito a un solo genitore, madre o padre. La misura si riferisce infatti a nuclei familiari monoparentali con figli a carico. Fra gli altri requisiti, è necessario che

  • il richiedente sia residente in Italia;
  • abbia un Isee non superiore a 3.000 euro
  • abbia uno o più figli a carico con disabilità non inferiore al 60%

Come richiedere il bonus al Inps

La domanda per l’assegno da 150 euro al mese deve essere presenta al Inps online che verificherà la sussistenza dei requisiti richiesti. La validità dell’istanza è di un anno, per cui deve essere rinnovata a scadenza per poter continuare a beneficiare della misura di sostegno.

L’importo, come detto, è di 150 euro al mese per ogni figlio disabile a carico. Con due figli spettano 300 euro al mese, con tre o più figli 500 euro. La cifra non è soggetta a imposizione fiscale ed è erogata dal Inps per 12 mensilità.

Il pagamento inizia a gennaio di ogni anno e può essere sospeso se non sono rispettati i requisiti durante il periodo di godimento.

L’importo può essere cumulato con il reddito di cittadinanza, con l’indennità di accompagnamento e con altri bonus erogati dai Comuni. Qualora il figlio disabile fosse ricoverato in istituti di cura o in ospedale, l’Inps sospenderà l’erogazione dei pagamenti.