Via libera agli sgravi contributivi per chi assume lavoratori under 36. Si tratta di un bonus  valido per 3 anni riservato ai datori di lavoro che assumono giovani a tempo indeterminato quest’anno e nel 2022.

L’esonero contributivo è previsto dalla legge di bilancio per il 2021 e tende a stabilizzare i rapporti di lavoro, soprattutto al Sud. Con la circolare numero 3389 del 7 ottobre 2021, l’inps fornisce le istruzioni ai datori di lavoro per ottenere gli sgravi contributivi.

Sgravi contributivi per under 36

La misura ricalca gli sgravi contributivi già previsti nel 2018 per l’assunzione di giovani under 30.

La legge di bilancio 2021 ha solo innalzato il limite di età, portandolo a 36 anni. Anche la misura è stato innalzata dal 50 al 100 per cento. Mentre il periodo di fruizione è rimasto pari a 3 anni, ad eccezione delle regioni del Sud dove è passato a 4 anni.

L’incentivo contributivo, così come spiegato dal Inps, è riconosciuto a tutti i datori di lavoro privati che assumono (o stabilizzano) giovani under 36 a tempo indeterminato. Sono escluse le pubbliche amministrazioni e le imprese del settore finanziario.

Lo scopo degli sgravi contributivi è quello di incentivare il lavoro stabilizzandone il rapporto. La decontribuzione è riconosciuta solo per i contratti a tempo indeterminato o per la trasformazione degli stessi da contratti a termine o precari in contratti a tempo indeterminato. Requisito essenziale per i lavoratori è quello di non aver compiuto i 36 anni di età.

La misura del bonus

Gli sgravi contributivi ammonta al 100 per cento dei contributi a carico del datore di lavoro. Al momento dell’assunzione i lavoratori non devono aver compiuto i 36 anni di età.

La misura del bonus ha un tetto massimo di 6.000 euro all’anno per lavoratore che equivale a 500 euro al mese. Nel caso di rapporto di lavoro part time, il bonus è commisurato alle ore di lavoro prestate. Il bonus è erogato in automatico dal inps per 36 mesi dall’assunzione del lavoratore.

Periodo che si allunga fino a 48 mesi se l’assunzione del lavoratore avviene in una delle seguenti regioni del Sud: Abruzzo, Molise, Calabria, Campania, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna.