Per non fermare la produzione e tutelare anche chi durante l’emergenza sanitaria stanno continuando a lavorare, molte sono le aziende che si sono dette pronte a farsi carico della somministrazione del vaccino Covid ai propri dipendenti. E proprio in quest’ottica sono stati siglati i primi accordi e approvati i primi protocolli che hanno coinvolto sindacati e associazioni di categoria.

Vaccino Covid ai lavoratori dipendenti: la gestione passa alle imprese?

Mercoledì 17 marzo più di 6 mila imprese, rispondendo ad un sondaggio Confindustria, hanno dichiarato di essere pronte ad occuparsi della gestione e della somministrazione dei vaccini Covid all’interno delle aziende.

Si tratta di un passaggio questo a lungo discusso: dopo l’esempio dell’America, anche in Italia i maggiori gruppi aziendali si sono detti pronti ad agire, il tutto nel pieno rispetto delle regole e tenendo conto delle disponibilità delle dosi fornite e a disposizione dell’Italia. Da Eni, Enel, Fincantieri a Inps e Poste, ma all’appello si sono uniti anche WindTre, Lamborghini, Barilla, Conad, Luxottica e imprese che all’interno della propria forza lavoro contano migliaia di di dipendenti.

Il dibattito, non è per niente casuale, ma ha anticipato la stesura del nuovo protocollo sulla gestione dell’emergenza Covid in azienda, che potrebbe prevedere l’ampliamento delle competenze e delle responsabilità dei datori di lavoro anche sul piano vaccinale.

Vaccino ai dipendenti: il protocollo siglato in Friuli Venezia Giulia

Intanto, in Fruili Venezia Giulia si sono portati avanti e, sempre nella giornata di mercoledì 17 marzo 2021, è stato siglato e approvato il primo protocollo che disciplina la somministrazione del vaccino Covid all’interno delle aziende.

Il patto Fvg-Industria-sindacati ha come obiettivo quello di accelerare le immunizzazioni. “Quello siglato è un accordo che non va ad alleggerire il lavoro della sanità regionale quanto invece a velocizzare la campagna vaccinale in Friuli Venezia Giulia”, ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga in occasione della firma del protocollo di attuazione del progetto ‘Ancora più sicuri in fabbrica’, sottoscritto a Pordenone tra la Regione, Confidustria del Friuli Venezia Giulia, Cgil, Cisl e Uil con il supporto dell’associazione Medici cure primarie del Friuli occidentale e la Croce rossa.

Il documento sancisce le modalità con le quali provvedere alla vaccinazione anti Covid dei dipendenti che lavorano all’interno delle aziende presenti nel territorio regionale.

“Questo accordo – ha detto il governatore – è un atto di estrema utilità poiché dimostra che esiste in questo momento una presa di responsabilità collettiva in cui ognuno mette da parte le legittime aspettative per dare il proprio contributo al fine di velocizzare il più possibile la campagna vaccinale. Questo patto dimostra come il Friuli Venezia Giulia si stia impegnando al massimo per farsi trovare pronto a combattere la grande battaglia sul fronte dell’approvvigionamento dei vaccini; adesso chiediamo che altrettanto facciano anche le istituzioni internazionali. Noi, anche con questo accordo siglato oggi, abbiamo schierato in prima linea le nostre truppe: le armi ce le abbiamo, ciò che ci servono ora sono quindi le munizioni, ossia le dosi, con le quali poter essere il più incisivi possibile per sconfiggere il nemico rappresentato dal virus. A ciò si associa poi il fattore “tempo”: reperito il vaccino, in una pandemia bisogna velocizzare l’inoculazione per cercare di mettere al sicuro prima possibile le persone e quindi far ripartire al più presto l’economia”.

Il costo delle operazioni di vaccinazioni sarà a carico degli imprenditori, mentre l’approvvigionamento dei vaccini dipenderà dalle disponibilità delle dosi destinate all’Italia (e alla Regione), cui acquisto ovviamente rimarrà a carico dello Stato.

Vaccino Covid ai dipendenti: l’accordo che coinvolge i bancari

Sulla stessa scia e con gli stessi propositi è arrivato anche l’accordo siglato tra Banche, sindacati bancari e ABI (Associazione Bancaria Italiana).

Con una comunicazione pubblicata il 17 marzo, L’Associazione ha fatta sapere che : “Ad esito della costante interlocuzione sullo sviluppo dello scenario pandemico nel Paese e alla luce delle ‘Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19’ del Ministero della Salute del 10 marzo in cui è prevista la possibilità di vaccinare all’interno dei posti di lavoro qualora le dosi di vaccino disponibili lo permettano, le Parti nazionali hanno condiviso un ulteriore aggiornamento del Protocollo del 28 aprile 2020 con le misure di contrasto alla diffusione del virus COVID-19 per il settore bancario”.

Nella stessa nota è stato poi aggiunto che: “Le Parti nazionali sono consapevoli che dalla velocità di realizzazione della copertura vaccinale dipende il progressivo superamento dell’emergenza sanitaria e delle drammatiche conseguenze anche sul piano economico e sociale e si sono impegnate ad integrare prontamente il Protocollo con le indicazioni che saranno fornite dalle Autorità competenti”.

L’annuncio è stato accolto con entusiasmo dai professionisti del settore, che sperano possa fare da apri pista al resto delle categorie più esposte al rischio contagio.