Per i genitori divorziati questi potrebbero essere giorni caldi in vista dell’organizzazione delle ferie estive e delle vacanze con i figli. Sarebbe buona regola generale avere un accordo in merito già a fine maggio ma purtroppo non di rado questo non accade. Oggi ci occupiamo di un caso particolare in relazione alle vacanze dei figli di genitori divorziati: se il bambino è piccolo la madre (o più in generale il genitore affidatario) può opporsi alle vacanza di due settimane e imporre tempi più brevi?

Figlio piccolo genitori divorziati: l’età conta nell’organizzazione delle vacanze?

La regola generale prevede che in estate il figlio trascorra 15 giorni, non necessariamente consecutivi, con il genitore non affidatario.

La legge non stabilisce limiti di età se i figli sono piccoli ribadendo in ogni caso il diritto dei papà di trascorrere la notte con i figli.

Tuttavia la norma non va interpretata in senso rigido perché primario è sempre l’interesse del minore: non sono mancate pronunce giurisprudenziali volte a non turbare i figli piccoli con cambiamenti drastici.

Così ad esempio il Tribunale di Roma, con sentenza del 14/11/2011, consigliava ai genitori divorziati di “prevedere con gradualità il pernottamento presso la casa paterna a partire dai tre anni”. Facendo appello a questa sentenza molti sostengono che se il figlio ha meno di tre anni la madre può opporsi alla vacanza con il padre.

Non è propriamente così, o meglio non in automatico ma sicuramente, in mancanza di accordo tra le parti, in queste ipotesi può esserci una valutazione caso per caso nell’interesse del minore.

Sul problema dell’età del figlio idonea a prevedere senza turbamenti il pernottamento senza la mamma, è intervenuta nuovamente anche la Corte di Cassazione (sentenza n.19594/11) ritenendo opportuno imporre il limite massimo di una notte a settimana fuori fino al compimento dei 4 anni di età del bambino.

Le due pronunce sopra citate non sono state esenti da critiche per il principio base da cui sembrano partire, ovvero che la madre “nasca imparata” ad accudire il figlio mentre il padre sia inadeguato e necessiti di esperienza sul campo graduale.
E non sono mancate a dire il vero sentenze in segno opposto che ribaltano questo principio: così ad esempio il Tribunale di Milano sul caso di una coppia di genitori divorziati con una bimba di due anni, ha disposto l’affidamento della piccola ad entrambi i genitori prevedendo che la figlia dormisse una sera a settimana e un week end si e uno no col padre (Trib Mil. 03/06/2014). E già prima la Corte di Appello di Catania (decreto del 16/10/2013) in un caso simile aveva stabilito che l’inidoneità del genitore non affidatario va dimostrata caso per caso e non presunta e che la madre deve poter provare che trascorrere la notte fuori con il padre potrebbe arrecare turbamento ai figli.

Approccio che può essere anche in parte condivisibile ma che, per bambini molto piccoli, non può trascurare l’esigenza di allattamento.

Può sembrare banale ma non ci stancheremo mai di ripetere che ogni decisione dovrebbe avere come obiettivo primario l’interesse del minore.