L’estate per i genitori divorziati può essere fonte di stress in vista delle vacanze con i figli se non ci sono accordi o questi non vengono rispettati. Ecco tutto quello che c’è da sapere: quanti giorni possono stare fuori con il papà, quando serve il permesso dell’altro genitore per partire e chi paga le vacanze dei figli.

In vacanza con papà: quanti giorni spettano di diritto?

L’estate può essere un’occasione per il genitore non collocatario, solitamente il padre, di trascorrere qualche giorno in più con il figlio o i figli rispetto ai week end durante l’anno.

La legge non entra nello specifico fissando limiti massimi ma di norma i giudici concedono una quindicina di giorni, a patto però di organizzarsi per tempo comunicando le date all’altro genitore che così avrà a sua volta la possibilità di fare i propri piani ferie. Non è detto che le due settimane siano continuative anzi spesso non è così in modo che il bambino non debba trascorrere troppo tempo fuori da casa.

Figli di divorziati: chi paga le vacanze estive?

In altri casi la questione tra genitori divorziati non riguarda tanto con chi i bambini debbano passare le vacanze estive e per quanti giorni ma chi debba pagare. Il riferimento legislativo è in primo luogo all’articolo 147 c.c. che prevede che i genitori hanno l’obbligo comune di sostenere economicamente le esigenze dei figli, non solo quelle abitative e scolastiche o sanitarie ma anche quelle culturali, sportive e sociali. Sulla base di questo dispositivo di norma viene stabilito che i genitori divorziati concorrano in misura del 50% al pagamento delle vacanze estive. Ma questo non sempre basta ad evitare discussioni: in una società in continua evoluzione infatti chi decide che cosa rientra nella spesa vacanza da dividere e quali invece sono voci extra non dovute?
Sempre dal punto di vista del costo della vacanza, molti papà si chiedono se, durante il periodo che il figlio trascorre con loro in estate, sia sospeso l’assegno di mantenimento.

E’ bene sapere che, sebbene vi sia una logica in questo ragionamento, la cosa non è così automatica e deve essere inserita in modo esplicito negli accordi separativi altrimenti il genitore collocatario può in ogni caso agire in giudizio. La controparte in questo caso potrebbe solo provare ad appellarsi all’articolo 155 c.c. che prevede il tempo trascorso insieme tra i parametri per la rideterminazione dell’assegno in base al principio di proporzionalità.

Vacanze all’estero figli divorziati: serve il permesso di entrambi i genitori

Se la destinazione delle vacanze estive è una meta estera serve il permesso di entrambi i genitori all’espatrio per i minorenni? Il Comune o la Questura prima di tutto rilasciano il documento valido per l’espatrio, che sia carta di identità o passaporto, solo in presenza e con l’accordo di entrambi i genitori. Se il dissenso non è giustificato da motivi di sicurezza internazionale, il genitore che vuole partire con il minore dovrà rivolgersi al tutelare del Tribunale in cui il figlio minore risiede per chiedere l’autorizzazione per ottenere il documento anche senza il consenso dell’altro genitore. Nell’istanza è sufficiente riportare i dati anagrafici di entrambi i genitori e del figlio minore, descrivere i motivi per cui il documento di espatrio serve e dichiarare espressamente che non si ha “intenzione di trasferirsi all’estero con il minore”, aggiungendo di “aver sempre adempiuto agli obblighi di mantenimento del minore”.