Una parte dei 5 Stelle starebbe ripensando al reddito di cittadinanza. E’ lo stesso Luigi Di Maio ad ammettere questa possibilità sulla base degli attuali risultati, che non rispettano a pieno le aspettative del sussidio. Che cosa potrebbe cambiare? L’idea avanzata è quella di prevedere un doppio target di beneficiari.

Le due componenti del reddito di cittadinanza

Ricordiamo che il RdC prevede due aspetti:

  1. sussidio economico;
  2. inserimento nel mondo del lavoro.

Questa seconda fase riguarda solo alcune categorie di beneficiari. Tuttavia, cosa sicuramente aggravata dalla crisi occupazione conseguente al Covid, sui 1.369.779 cittadini tenuti alla firma del Patto per il Lavoro, solo 352.068 hanno trovato un impiego (corrispondenti al 25,7%).

Di contro i poveri post pandemia aumentano di conseguenza sale il numero di potenziali beneficiari. Il reddito di cittadinanza come lo conosciamo rischia di diventare una spesa insostenibile.

Il reddito di cittadinanza si sdoppia

L’idea sarebbe dunque proprio quella di superare il doppio canale sussidio economico e aiuto per il lavoro separando i due aspetti. Dunque non più un aiuto ibrido che includa soldi e offerte lavorative. Chi lavora avrà un importo minore.

L’esigenza nascerebbe dalla copertura economica, a fronte anche di un drastico aumento dei poveri in Italia. 5,5 milioni in più nel solo 2020: un “regalo” della pandemia con cui il governo è chiamato a fare i conti arrivando a riformulare alcuni strumenti di welfare. Sale a 14 milioni il numero di italiani costretti a vivere di privazioni e sacrifici enormi e che, nonostante questi, spesso faticano ad arrivare a fine mese. Di fronte ad una situazione tanto grave, i 4 miliardi messi a disposizione ad oggi nella Legge di Bilancio 2021 per rifinanziare il reddito di cittadinanza potrebbero rivelarsi insufficienti.

Per chi il reddito di cittadinanza cambia nome e importo

Per chi prende il sussidio e rientra tra le categorie esentate dalla ricerca del lavoro, non cambierebbe nulla.

Gli altri, invece, potrebbero non ricevere più il reddito di cittadinanza, almeno così come lo intendiamo oggi. L’importo scenderebbe drasticamente e la misura cambierebbe anche nome. Precisiamo comunque che, al momento, siamo nel campo delle ipotesi. In questo quadro resta inoltre da chiarire la questione dei navigator. Il contratto scade ad aprile 2021. Senza rinnovo si risparmierebbero soldi ma, di contro, verrebbe meno la guida per aiutare i beneficiari del sussidio a trovare un impiego in linea con il proprio profilo. Per questo il ministro del Lavoro starebbe valutando la possibilità di estendere il contratto almeno fino alla fine del prossimo anno. Al momento però non risultano stanziamenti per questo scopo. L’alternativa ventilata sarebbe quella di un demansionamento di Anpal, puntando invece su una collaborazione tra pubblico e privato di modo da affiancare ai centri per l’impiego altre figure professionali quali Agenzie interinali e Consulenti del lavoro. Anche su questo però si attendono conferme. La questione interessa da vicino soprattutto chi ha da poco fatto domanda per il reddito di cittadinanza e attende non solo di conoscere l’esito ma anche per capire quali saranno gli sviluppi.

Intanto l’unica cosa fattibile per contenere gli sprechi legati alla misura appare essere quello di proseguire nella lotta ai furbetti del reddito di cittadinanza.