“Esiste il contrario di déja vu. Lo chiamano jamais vu. È quando incontri le stesse persone o visiti gli stessi posti in continuazione, ma ogni volta è come fosse la prima. Tutti sono sconosciuti, sempre. Niente risulta mai familiare“, afferma Chuck Palahniuk. Una situazione che si verifica molto spesso, soprattutto quando ci si ritrova alle prese con la burocrazia.

Sono tante le pratiche, ad esempio, che pur mantenendo lo stesso nome hanno subito nel corso degli anni dei cambiamenti non indifferenti.

Ne è un chiaro esempio la fattura che dal formato cartaceo è passato a quello elettronico. La sostanza è sempre la stessa, ma gli adempimenti e il modus operandi da adottare sono alquanto differenti.

Fattura elettronica e regime forfettario: cosa cambia

A partire da gennaio 2019 c’è l’obbligo di emettere la fattura elettronica in caso di una cessione di beni e servizi, sia per operazioni effettuate tra due operatori Iva che da un operatore Iva verso un consumatore finale. Dal 1° luglio 2022, inoltre, la maggior parte dei forfettari ha dovuto effettuare il passaggio dalla fattura cartacea a quella elettronica. In più, dal 1° gennaio 2024, l’obbligo della fattura elettronica sarà esteso a tutti i titolari di partita Iva in regime forfettario.

Tutte le novità per il 2023

Sempre soffermandosi sulla fattura elettronica, giungono importanti novità da parte dell’Agenzia delle Entrate. Entrando nei dettagli, grazie a un recente provvedimento, l’ente ha reso note le nuove regole tecniche per l’emissione e la ricezione delle fatture elettroniche utilizzando il Sistema di Interscambio SdI. Questo sia nell’ambito di operazioni effettuate tra soggetti residenti in Italia che per quelle transfrontaliere.

In particolare, le nuove disposizione prevedono che l’Agenzia delle Entrate possa memorizzare i file delle fatture elettroniche

“fino al 31 dicembre dell’ottavo anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione di riferimento ovvero fino alla definizione di eventuali giudizi”.

I documenti inviati al Sistema di interscambio continueranno a essere a disposizione nell’area riservata fino al 31 dicembre del secondo anno successivo a quello di ricezione.

Ma non solo, sono stati introdotti dei servizi volti a semplificare gli adempimenti chiesti ai contribuenti.

Tra questi si annoverano “servizi di censimento del canale abituale di trasmissione” e l’attivazione di “un canale web – service da utilizzare per le richieste di scarico massivo di dati”. Dei cambiamenti, quelli previsti a partire dal 2023, grazie ai quali si prosegue il percorso di dematerializzazione che potrebbe portare, a breve, a una definitiva abolizione dei registri Iva.