Il turismo resta in ginocchio. Le prenotazioni alberghiere per le vacanze estive sono al tappeto. Peggio dello scorso anno, quando a maggio era iniziato un primo e graduale allentamento delle restrizioni anti covid.

Lo confermano gli albergatori e gli operatori del turismo. La ripartenza delle vacanze è infatti resa difficile dallo scoraggiamento generale e dal lento calo della curva dei contagi. Ci sono poi vincoli legati agli spostamenti con green pass e attesti di vaccinazione.

Turismo in ginocchio, fatica a ripartire

Così, contrariamente a quanto riportato da alcuni organi di stampa, a oggi le prenotazioni alberghiere per l’estate sono prossime allo zero.

Il turismo è fermo. Molti albergatori sostengono che il lento ritorno alla normalità e le regole sempre più stringenti imposte dai governanti per l’utilizzo di mezzi pubblici e per gli spostamenti allontanano i vacanzieri.

Le nuove disposizioni sulle aperture di bar e ristoranti non soddisfano per niente. E così anche il coprifuoco. Tanto per i gestori quanto i clienti. Se a questi si aggiungerà presto l’obbligo di possedere un passaporto vaccinale per andare in vacanza, tanti preferiscono restare a casa.

E il turismo ne risentirà quest’anno più che nel 2020. La paura è tanta e, fatta eccezione per i giovani, molti non prenotano soggiorni estivi, né al mare né in montagna o nelle zone lacustri. Particolarmente colpite sono le città d’arte.

Il green pass

Il green pass, o passaporto vaccinale, più che una soluzione appare oggi un ulteriore ostacolo agli spostamenti. Secondo gli albergatori, chi si sposta per andare in vacanza sarà presto obbligato a mostrare una certificazione che attesti la negatività al covid. Un ulteriore ostacolo alla ripresa del turismo.

Questo è deleterio – dicono gli operatori del settore – e limita molto le libertà sugli spostamenti, soprattutto in estate quando il turismo balneare aumenta. Molti treni e aerei già adesso non possono essere prenotati senza questa certificazione”.

Difficile quindi che si possa sperare in una ripresa del turismo d’estate, come scrivo taluni giornali (fake news). Anche perché dall’estero non verrà nessuno se sarà obbligato (a differenza dello scorso anno) a osservare un periodo di quarantena attraversando il confine.

Prenotazioni a zero

InvestireOggi ha contattato una ventina di strutture alberghiere per capire a che punto sono le prenotazioni per l’estate. Normalmente ad aprile molte famiglie iniziano a prendere contatti per andare al mare o in montagna a giugno-luglio.

Ebbene, il 90% ha risposto che non ci sono state prenotazioni e difficilmente ce ne saranno. Il 10%, invece, ha ricevuto solo contatti informativi per sapere delle aperture e della disponibilità di servizi e ristoranti. Molti chiedono anche del green pass e delle regole da rispettare in hotel o in spiaggia.

A parte ciò, quasi tutti hanno detto che per quest’anno il turismo sarà nuovamente sacrificato in Italia. Molti alberghi non apriranno nemmeno a giugno e resta da vedere cosa fare a luglio e agosto. Ma nessun gestore, conti alla mano, aprirà senza un adeguato numero di prenotazioni.

Voglia di evadere

La voglia delle famiglie italiane di lasciarsi alle spalle i problemi di un intero anno e godersi una sacro santa vacanza al mare o in montagna è però tanta. Ma la paura è altrettanto forte. I rischi di contagio, nonostante la campagna vaccinale, restano elevati e fino all’ultimo nessuno prenota sapendo dei rischi.

Così, il turismo in Italia, che vale il 13% del Pil nazionale, rischia di rimanere seriamente compromesso. Colpa anche dei media e delle televisioni che ogni giorno spaventano oltre misura la gente costringendola a non allontanarsi da casa.

Nemmeno il rinnovato bonus vacanze riuscirà a rianimare il turismo, fiaccato quest’anno da troppe chiusure e restrizioni. Gli albergatori e gli operatori di settore protestano, ma non sono ascoltati.

I vacanzieri, invece, sembrano pronti a fare le valigie non appena ci sarà un miglioramento della situazione. Cosa che però, visti i ritardi nella campagna vaccinale, non sembra possa avvenire prima del prossimo autunno.