Trovare lavoro dopo il Coronavirus non è semplice. Molti sono i disoccupati mentre, d’altra parte, le aziende piegate dalla crisi potrebbero non vedere questo come il momento ideale per espandersi. Nel 2020 potrebbe essere più conveniente assumere le donne? Molte lettrici ci scrivono per avere conferma del bonus assunzione donne nel 2020. Che cosa c’è di vero e di che cosa si tratta?

Bonus assunzione donne confermato per il 2020: che cosa prevede

Non si tratta di un bonus nuovo previsto in seguito all’emergenza coronavirus.

L’introduzione risale al 2013 tramite Legge Fornero. Ma vero è che, in questo particolare periodo storico, potrebbe rivelarsi un aiuto concreto per le imprese che assumono e per le lavoratrici rimaste senza lavoro.

Il bonus prevede uno sconto del 50% sui contributi Inps e i sui premi Inail per i primi 18 mesi dalla firma del contratto; in altre parole significa che al datore di lavoro che assume a tempo indeterminato, il personale donna “costerà meno”. Non ci sono vincoli anagrafici: l’agevolazione viene riconosciuta per donne di tutte le età quindi viene riconosciuta per disoccupate di tutte le età. A condizione, appunto, che siano senza lavoro da almeno sei mesi. Per chi è disoccupata da più di due anni ci sono requisiti diversi. Per dimostrare da quanto tempo non si lavora basta richiedere il modello C2 presso il Centro per l’impiego: questo documento fa riferimento alla carriera lavorativa dell’interessato.

Altro requisito è quello territoriale perché il bonus donne non vale in tutta Italia. Le aree inquadrate come svantaggiate (perché, secondo dati statistici, la crisi occupazionale qui è più radicata e trovare lavoro è più difficile) sono i comuni delle seguenti regioni: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, oltre ad alcune zone di Emilia Romagna, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Sardegna, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto, Abruzzo, Molise, Lazio, Liguria, Lombardia.

La residenza deve essere effettiva non solo sulla carta. E anche se di fatto l’attività viene prestata in un’altra zona non importa, rileva la residenza dell’assunta.

Il riconoscimento, infine, attiene ad alcune aree professionali in cui la disparità di genere è più radicata (almeno il 25%). Tra questi, ma la lista non è esaustiva, troviamo:

  • agricoltura;
  • costruzioni;
  • industria estrattiva;
  • magazzinaggio;
  • PA.

Solo se, come accennavamo sopra, la disoccupazione si prolunga da 24 mesi o più, allora non saranno verificati i vincoli territoriali e le condizioni di disparità di genere nel settore specifico.