TFS subito in busta paga come per il TFR. E’ questa la proposta del centro destra per eliminare i lunghi tempi di attesa della buonuscita degli statali. Una questione di equità sociale alla quale nessuno finora ci ha ancora pensato.

Non, più, quindi lunghi ed estenuanti tempi di attesa per avere di diritto il TFS maturato quando si va in pensione. La liquidazione dovrà tornare a disposizione del lavoratore al momento del congedo dal servizio. Anche se va in pensione in anticipo.

TFS, si aspetta anche più di 24 mesi

Come noto, dal 2014 il TFS è liquidato dall’amministrazione dopo 12 mesi dalla cessazione del servizio. O, addirittura, dopo 24 mesi dalle dimissioni qualora il lavoratore decida di lasciare il lavoro prima dei 67 anni. Periodo al quale vanno aggiunti altri 90 giorni che l’Inps richiede per gestire la pratica.

Una vera e propria ingiustizia e discriminate nei confronti dei dipendenti del settore privato che, viceversa, percepiscono il TFR con l’ultima busta paga. Si sono così creati nel tempo lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. Costringendo spesso gli statali a chiedere finanziamenti in banca come anticipo della buonuscita.

Un problema non da poco se si pensa che il trattamento di fine servizio (TFS) matura al pari del TFR. Ma per il dipendente pubblico è diventato un miraggio. Se poi la somma supera i 50.000 euro, la liquidazione avviene a rate a distanza di 12 mesi l’una dall’altra. E i tempi si allungano ancora di più.

La proposta del centro destra per ridurre i tempi di attesa

La proposta avanzata dal centro destra, in particolare di Forza Italia, è quella di introdurre una legge che ripristini i pagamenti del TFS a livello originario. Cioè con tempi di attesa massimi pari a 105 giorni dalla data di cessazione del servizio. Come avveniva prima del 2014.

Per le famiglie dei lavoratori statali che vanno in pensione è importante che la buonuscita, come di diritto, sia corrisposta in tempi rapidi, al pari dei lavoratori del settore privato.

Un modo per dare slancio anche ai consumi evitando, al contempo che il lavoratore debba indebitarsi con le banche per ottenere un prestito.

Il TFS in busta paga subito potrebbe anche fungere da volano per sostenere i maggiori costi della spesa di migliaia di famiglie. Come noto l’inflazione sta lentamente divorando i risparmi degli italiani e riconoscere agli statali quanto dovuto in tempi rapidi sarebbe, non solo equo e giusto, ma anche proficuo per tutti.