Trattamento di fine rapporto o Fondi pensione? Una domanda che, prima o poi, qualsiasi contribuente finirà per porsi. La convenienza varia a seconda delle situazioni e, per certi versi, le due strategie potrebbero essere quasi equiparate. Tuttavia, al momento del termine del rapporto lavorativo e il conseguente accesso al trattamento pensionistico, il rischio di differimento della buonuscita diventa piuttosto alto. Non necessariamente per problematiche intercorse, quanto per complicanze burocratiche, per così dire, “di cassa”.
Chiaramente, i casi di ritardo estremo (nell’ordine di qualche anno) sono sporadici.
Più probabile qualche allungamento contenuto dei tempi, situazioni scomode ma difficilmente troppo prolungate. Poche volte, sì, ma quando accade il problema sarebbe serio. E il contribuente, convinto magari di poter contare sulla buonuscita per qualche spesa, non di rado chiede chiarimenti agli enti competenti, chiudendo le varie procedure perlopiù con un nulla di fatto. Il che è un paradosso, considerando che il ruolo del tfr viene di fatto vanificato.

I tempi di erogazione

Per questo, di recente, è stato pensato un nuovo metodo per riuscire a evitare situazioni di questo tipo, qualora naturalmente vi fossero i presupposti per un’attesa troppo lunga. Un comunicato dell’Inps ha infatti chiarito la possibilità di ridurre i termini di pagamento, non tanto usufruendo di chissà quale provvedimento ad hoc, quanto basandosi sulle normative già vigenti. Il pagamento del Trattamento di fine servizio (Tfs), può essere effettuato entro un periodo di 105 giorni qualora il termine dell’attività lavorativa fosse dovuta a inabilità o decesso. Per limiti di età o di servizio, il pagamento non potrà avvenire prima di un intervallo di 12 mesi. Nei restanti casi di collocamento a riposo, il pagamento sarà rinviato di 24 mesi minimo. In sostanza, le tempistiche differite sono regolate in modo piuttosto chiare, così come le modalità di liquidazione. Ossia, soluzione unica se l’importo non dovesse superare i 50 mila, doppia rata se superiore ma inferiore a 100 mila euro.
Infine, tre rate annuali se il Tfs superasse i 100 mila euro. Va comunque precisato che, in tutti i casi di pagamento rateizzato, la seconda e terza tranche saranno pagate rispettivamente dopo 12 o 24 mesi a seconda della decorrenza della prima già versata.

Tfr e Tfs: le differenze

Una possibile beffa riguarderebbe le pensioni anticipate. In questi casi, infatti, il pagamento del Tfs scatterebbe solamente a decorrere dalla data (anche teorica) dello scatto della pensione ordinaria. In sostanza, il collocamento a riposo non verrà in questo caso considerato. A ogni modo, rispetto al Tfr, il Trattamento di fine servizio riguarda solamente coloro che hanno ricevuto un contratto in regime di tempo indeterminato in data precedente all’1 gennaio 2001. Le principali differenze (fra le quali la focalizzazione del Tfs sull’ultima mensilità percepita), più che il merito, riguardano la sostanza. Le procedure burocratiche di erogazione, invece, non differiranno di molto. Tempistiche incluse.