Il fisco batte cassa anche in casa dei terremotati. Come previsto dalla legge, la sospensione dei pagamenti delle tasse che era stata predisposta dal governo per i residenti delle zone terremotate nel 2016 nel Centro Italia è terminata lo scorso mese di maggio. Gli interessati dovranno quindi ricominciare a pagare le tasse come tutti gli altri contribuenti italiani.

Come noto, lo scopo della sospensione delle tasse, attuata anche in occasione di altri eventi sismici che in passato hanno colpito il nostro Paese, è quella di aiutare sotto il profilo economico le imprese e le popolazioni colpite dal sisma a riprendersi consentendo loro di disporre di maggiori introiti per fronteggiare l’emergenza.

L’aiuto viene concesso normalmente per un periodo che parte va dai 12 mesi in su e viene valutato in base all’entità dei danni subiti. Si tratta, però, di misure temporanee, non definitive.

Lo Stato chiede il pagamento delle tasse arretrate ai terremotati

Lo Stato chiede quindi dal mese di giugno il regolare pagamento di Irpef, Irap, contributi e vari tributi locali e poiché finora nulla è stato ancora incassato. Così dal mese di ottobre i contribuenti delle zone interessate dal sisma nel centro Italia si vedranno addebitati anche gli arretrati dei mesi di giugno, luglio, agosto e settembre 2019. E, in assenza di un provvedimento urgente da parte del governo che mitighi il contraccolpo fiscale, il rischio è che i cittadini e le imprese residenti nelle zone terremotate si vedano arrivare un vero e proprio salasso autunnale di imposte tale da generare difficoltà economiche per le famiglie e la manifattura locale.

Le proteste dei comitati del terremoto

La moratoria è durata tre anni, ma è al cospetto di tutti che lo stato di calamità e il disagio periste – fanno notare i responsabili del Coordinamento dei comitati del terremoto centro Italia. “E’ del tutto evidente – si legge in una nota del Coordinamento – che non vi è né ricostruzione né ripresa economica, e viste  le tante difficoltà che nel vissuto quotidiano ci troviamo a dover affrontare dopo tre anni dal sisma”, i comitati chiedono al Presidente Conte “un tavolo risolutivo sulla problematica della restituzione della busta paga pesante, confidando che sia l’ultima volta che le scadenze e il tema vengano trattati in urgenza a ridosso dei termini”.

In assenza di un intervento da parte dell’esecutivo delle ultime ore, quindi, ci sarà una stangata per i residenti nelle aree del cratere che si troveranno nella condizione di dover restituire in un’unica soluzione le 5 rate che erano state sospese da giugno a ottobre. La restituzione scatterà il 15 ottobre.