Quella di tenere il parcheggio è una pratica diffusa ma spesso genera discussioni. A chi non è mai capitato, dopo aver girato tanto tempo per cercare un posteggio libero, di essere fermato da una persona in piedi che dice di tenere il posto ad una macchina in arrivo? Può essere frustrante: ma si può fare?

Sebbene la questione, come sopra citato, non di rado dà origine a litigi in strada, sull’argomento si registra un vuoto legislativo e giurisprudenziale.

Solo di recente la pratica di tenere il parcheggio in modo ufficioso è finita in Corte di Cassazione ma solamente perché la vicenda ha avuto, in quell’occasione specifica, risvolti penali: il conducente che cercava parcheggio infatti non aveva accettato l’obiezione della donna che, in piedi, stava “prenotando” il posto all’amica e quindi ha urtato la controparte, seppur a velocità ridotta, con la macchina beccandosi una condanna per lesioni.

In merito alla legittimità o meno della condotta della donna però i giudici non si sono espressi.

Tenere il parcheggio costituisce una delega giuridica?

A ben vedere l’istituto giuridico che più si avvicina a questa fattispecie è la delega: chi tiene il posto è stato, in qualche modo, delegato dall’avente diritto. La delega peraltro non richiede requisiti particolari e, se non espressamente previsto, può essere anche orale.

C’è però un ostacolo relativo non tanto ai parcheggi privati quanto a quelli su strada: interviene in questi casi la fattispecie di occupazione di suolo pubblico?

Appare opportuno, in assenza di riferimenti normativi o giurisprudenziali, fare appello al buon senso: se si tratta di pochi minuti è ragionevole lasciar correre. Prenotazioni (o occupazioni) di lunga durata invece potrebbero richiedere l’intervento delle forze dell’ordine.

I parcheggiatori abusivi: cosa rischiano?