La mappa delle tasse locali (incluse le tasse sulla casa) stilata dalla Cgia di Mestre individua in Varese la città più tartassata d’Italia.  1.714 euro l’importo che ogni anno i contribuenti della città lombarda versano al proprio comune ed alla propria regione, in contrasto con la città che occupa il fondo di questa speciale classifica, Lanusei ( i cittadini della città sarda versano 671 euro ogni anno).  Nel novero delle tasse pagate rientrano tutti i tributi locali e pertanto si va dalle addizionali comunali e regionale, al bollo auto, alla tassa sui rifiuti, dall’Irap all’imposta addizionale sull’Rc auto.

Quest’anno le cifre dovranno essere riviste al rialzo, in virtù dell’aumento dello 0,33 per cento delle addizionali locali e della previsione dell’Imu anche per la prima casa. Nelle intenzioni dell’erario le due nuove imposte dovrebbero garantire un introito per l’erario di circa 12,8 miliardi di euro. Tuttavia tali nuove imposizioni garantiranno introiti modesti per gli enti locali, sebbene, come previsto dalla Cgia di Mestre, produrranno un impennata della pressione fiscale. Nei primi dieci posti di questa particolare classifica troviamo quasi esclusivamente città della Lombardia con l’eccezione di Rieti  e Bologna, comuni ove la pressione fiscale supera i 1.600 euro annui. Tuttavia, almeno a livello generale, una più alta pressione fiscale a livello corrisponde a più servizi per il contribuente.

 

Tasse sulla casa: il regalo del governo si chiama Imu

Occorre anche considerare che lo studio fatto dall’autorevole ente di studio non comprende ancora le nuove imposizioni introdotte a livello locale da ben tre manovre finanziarie. In particolare mancano all’appello i decreti estivi e la nuova manovra Salva Italia prevista dal governo Monti. Basti pensare che la nuova Imu produrrà in pieno i suoi effetti solo a fine anno, quando occorrerà versare l’importo totale a conguaglio come opportunamente stabilito dalle aliquote fissate da Comuni e Governo.

Tuttavia il prelievo locale medio nazionale pari a 1.230,00 euro, come detto, non riporta molti dei nuovi tributi introdotti dalle nuove manovre finanziarie. Consideriamo ad esempio la recente normativa che prevede la modifica del mercato del lavoro. E’ stato già stabilito che le nuove risorse deriveranno, almeno in parte, dalla riduzione della deduzione forfettaria prevista per chi affitta immobili residenziali ( la deduzione dovrebbe passare dal 15 al 5 per cento) (Nuove tasse in arrivo per sostenere la riforma del lavoro). 

L’aggravio di tassazione per i proprietari di immobili in locazione si aggiunge ad altre imposte introdotte sempre nel settore casa. L’Imu ad esempio verrà applicata anche alle prime case ed avrà aliquote di imposta variabili ( anche se ancora sono da definire visto che comuni e Governo potranno variare le aliquote): per l’abitazione principale viene prevista un aliquota dello 0,4 per cento mentre per gli altri immobili l’aliquota è fissata allo 0,76 per cento. Tuttavia le aliquote Imu dovranno anche essere applicate su  base imponibile differenti rispetto alla vecchia Ici, visto che è stato disposta la rivisitazione dei coefficienti di moltiplicazione della rendita catastale. In precedenza l’importo da versare ai fini Ici si otteneva moltiplicando la rendita catastale prima per il 5 per cento ( coefficiente di rivalutazione) e successivamente si moltiplicava per 115,5 per la prima casa e 126 in caso di seconde e terze case. Adesso il moltiplicatore è stato elevato a 160 portando un notevole aggravio degli importi dovuti (ad esempio su un immobile con rendita catastale pari a 1000 euro adibito a prima abitazione si può arrivare a dover sborsare oltre 200 euro in più) (Imu 2012: quanto ci costa? Tutte le novità). 

 

Tassazione affitti: un salasso con effetto a cascata

L’aggravio di tassazione è molto più evidente per un immobile acquistato per investimento, e lo diventerà ancora di più quando verrà prevista la riduzione della deduzione forfettaria in materia di tassazione Irpef.

  Per un immobile locato infatti oltre all’aumento della base imponibile vi sarà anche un incremento delle aliquote ( si dovrebbe passare dallo 0,65 per cento previsto con l’ici sino ad un valore dello 0,76 per cento, aliquote ulteriormente incrementabile visto che i Comuni possono aumentare l’aliquota sino allo 0,96 per cento). Alla fine il conto per i proprietari di seconde e terze case potrebbe anche raddoppiare. E dal novero dei “tartassati” non sfuggono anche i proprietari di immobili ubicati all’estero. Infatti per questi contribuenti viene prevista l’applicazione di una imposta dello 0,76 per cento anche se questi non producono reddito, e non sono quindi locati. Per questi imponibile la base imponibile non deriverà però dalla rendita catastale ma dal valore di acquisto, o in sua assenza dal valore di mercato. La deduzione prevista in questo casa riguarderà solo le imposte pagate dal proprietario nello Stato estero in cui è ubicato l’immobile.

 

L’incubo continua: le lezioni dei professori per salvare l’Italia

Tuttavia l’ondata di nuove tasse sembra non essere ancora terminata. Infatti  all’orizzonte si prospettano nuove minacce: una congrua riduzione delle deduzioni fiscali previsti in materia ambientale, la revisione delle tariffe rifiuti e delle tasse comunali, la riforma del catasto, l’annunciato aumento delle aliquote iva, l’ulteriore riordino e sfoltimento delle agevolazioni fiscali.