Il trattamento di fine rapporto, TFR, spetta a tutti i lavoratori dipendenti che chiudono, per qualsiasi motivo, il rapporto di lavoro. Il TFR è una retribuzione accantonata dal datore di lavoro che potrà essere corrisposta al dipendente al momento della risoluzione del contratto di lavoro o in anticipo, in via sperimentale fino al 2018. In questo secondo caso su richiesta del dipendente il datore di lavoro non accantonerà il TFR ma lo verserà, mese per mese, nella busta paga del lavoratore.

Il lavoratore, in caso di accantonamento ha la possibilità di scegliere se lasciare la propria quota di TFR in azienda o di investirla in fondi di previdenza complementare.

Dopo 8 anni di servizio ha, inoltre, la possibilità di chiedere un anticipo del TFR accantonato per far fronte a spese sanitarie straordinarie o per acquistare o ristrutturare la prima casa.

Tassazione TFR accantonato in azienda

Il TFR, in ogni caso è soggetto a tassazione, anche se l’aliquota applicata è in regime separato disciplinato dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi.  Per il TFR accantonato dal datore di lavoro in azienda l’aliquota applicata non è quella in vigore nell’anno in cui si risolve il contratto di lavoro ma un’aliquota media calcolata tenendo conto degli anni di lavoro, dell’anzianità di servizio del dipendente e delle aliquote Irpef applicate agli anni lavorati.

In questo modo, è chiaro, la tassazione applicata al TFR è inferiore a quella che risulterebbe applicando l’aliquota prevista nell’anno in cui cui il trattamento di fine rapporto è incassato.

Se, invece, anzichè lasciare il TFR in azienda di decide di investirlo in fondi di previdenza complementare per quel che riguarda la tassazione è possibile portare in deduzione l’Irpef versato sulle somme accantonate dino ad un massimo di 5164,57 euro.

TFR in busta paga: quale tassazione

Dopo l’introduzione della possibilità di non accantonare il TFR ma di riceverlo, mese dopo mese, in busta paga, si è molto dibattuto sulla convenienza o meno di tale scelta.

Il TFR in busta paga, infatti, si è rivelato per i lavoratori una sorta di arma a doppio taglio poichè a fronte di uno stipendio più consistente non si avrà più la liquidazione alla fine del rapporto di lavoro. La convenienza è meno di ricevere il TFR in busta paga va valutata anche alla luce della tassazione applicata alla quota di TFR ricevuta ogni mese dal dipendente e dalla mancata rivalutazione dei soldi destinati al TFR.

La parte di TFR in busta paga, bisogna tenerne conto, va a contribuire al reddito da lavoro e non sarà più soggetta ad una tassazione separata, bensì a quella ordinaria, sensibilmente più alta.