L’obiettivo è ridurre l’inquinamento. E, per far questo, il Governo si è dimostrato disposto a utilizzare numerose soluzioni e diversi strumenti. In primis, si è chiesto uno sforzo in direzione della tecnologia sostenibile, favorendo l’acquisto di dispositivi ad hoc per la casa (ad esempio il mini-eolico o il fotovoltaico) e anche quello delle auto elettriche o ibride. Una mission che parte dalla Commissione europea e che, al momento, nonostante i dettami fatica a decollare. Non tanto perché non vi sia una concertazione da parte dei contribuenti, quanto per l’oggettiva difficoltà di approntare le spese necessarie per l’agognata svolta sostenibile.

In poche parole, per quanto possano essere disposti fondi, incentivi, sgravi fiscali, utilizzare parte del proprio denaro per l’impianto dei pannelli solari piuttosto che per l’acquisto di un’auto a basso impatto non è alla portata di tutti. Anzi, per la verità è alla portata di pochi. Anche per questo resistono misure che, per quanto miranti al miglioramento della qualità dell’aria, hanno finora ottenuto risultati alterni, come le cosiddette domeniche ecologiche o l’alternanza delle targhe. Un occhio di riguardo al traffico, specie nelle grandi città, non manca mai.

La tassa sul traffico

E non è cosa che riguarda solo le maggiori città italiane (anche se delle disposizioni di regolamentazione del traffico sono applicate anche nei piccoli comuni). In alcune delle più importanti metropoli del mondo, infatti, si è deciso di guardare proprio ai tubi di scarico per cercare di tamponare l’emergenza climatica. L’esempio arriva nientemeno che da New York. Proprio la Grande Mela, infatti, punta a introdurre una misura volta a mitigare il traffico congestionato. E, al contempo, ad adottare le dovute contromisure per migliorare la qualità dell’aria. Si tratta, nello specifico, di una tassa sul traffico, o meglio, di un’imposta basata sul modello della London congestion charge del Regno Unito.

In questo caso, si torna indietro di un ventennio visto che Londra ha applicato la tassa in questione addirittura nel 2003.

Un passo in questa direzione, però, sembra in procinto di essere effettuato anche a New York, ossia la città con il traffico maggiormente congestionato di tutti gli Stati Uniti. Un dossier sul tavolo già dal 2019, con previsione di applicazione nel 2021. Niente di tutto questo, anche in virtù dell’amministrazione Trump che ha concentrato i propri sforzi in altre direzioni.

Sul modello di Londra

Tutto potrebbe cambiare quando Londra festeggerà il ventennale della sua tassa, ossia nel 2023. Secondo Il Sole 24 Ore, infatti, New York sarebbe pronta a varare il nuovo provvedimento a partire dal prossimo anno, portandolo all’applicazione effettiva entro un periodo di 10 mesi dall’approvazione. Il pedaggio sarebbe giornaliero e variabile, applicato sui veicoli in entrata o transitanti all’interno dell’area compresa fra la 60esima Strada e Battery Park, ossia nella parte meridionale del distretto di Manhattan. L’idea è quella di contrastare l’inquinamento atmosferico, ragion per cui la proposta potrebbe stuzzicare anche le amministrazioni europee alle prese con la necessità di dare una sterzata al proprio apporto alla qualità dell’aria.

La tassa di New York, a ogni modo, non dovrebbe differire troppo da quella di Londra, ossia il pagamento di un’imposta giornaliera da 15 sterline al giorno per i veicoli transitanti nelle zone a pagamento fra le 7 del mattino e le 22. Chiaramente, una volta pagata la tassa, gli automobilisti saranno liberi di entrare e uscire a piacimento ogni volta che lo desiderano dall’area in questione durante il giorno. Nella Grande Mela, probabilmente, la tariffa sarà fra 9 e 23 dollari, 5 i pedaggi notturni. Del resto, il traffico su strada dice la sua in termini di inquinamento. Da capire, però, se la tassa contribuirà a far respirare davvero l’atmosfera.