SULLA TASSA PATRIMONIALE IL PDL FA LE BARRICATE

Il presidente del consiglio Mario Monti ha già stabilito che nei prossimi giorni si definiranno i provvedimenti da inserire in un decreto in modo da attuare quanto richiesto a gran voce anche da Bruxelles. In questi giorni quindi si definiscono gli ultimi dettagli in modo tale da preparare quello che sarà il piano definitivo da approvare in Parlamento. In particolare uno dei temi più discussi è quello riguardante l’introduzione di una patrimoniale, tema che non incontra i favori del Pdl e che si vorrebbe limitare il più possibile.

Equità, rigore, sviluppo – Sebbene si sia già intervenuti introducendo, o inasprendo, i tributi riguardanti i patrimoni ( previsto infatti la reintroduzione dell’ici, è stata già aumentata l’imposta di bollo per i depositi di conto corrente). Tuttavia un nuovo intervento prevederebbe di colpire i grandi patrimoni in modo da assicurare quelli interventi di equità, rigore e sviluppo posti in primo piano dal nuovo premier.

 

RICCHEZZA ITALIA: IL PESO DEGLI IMMOBILI

A tal fine è stato chiesto di effettuare un monitoraggio  in merito al possesso di grandi ricchezze. Tutte parte da statistiche che indicano come l’Italia come uno dei paesi nel quali si concentra una buona parte della ricchezza mondiale, nonostante i redditi siano stagnanti, il pil cresca a ritmi molto lenti e che i redditi siano praticamente fermi da decenni. Infatti a fronte dell’ 1 per cento della popolazione mondiale, il nostro paese detiene più del 5 per cento di tutta la ricchezza mondiale, un dato davvero impressionante. Un parziale spiegazione a tale fenomeno è data dal fatto che i cittadini italiani, tradizionalmente sono dei proprietari di immobili ( si calcola infatti che circa l’80 per cento dei cittadini abitino in una casa di proprietà). Tuttavia tale motivazione non basta, anche perché del totale della ricchezza italiana,  8.283 miliardi di euro, poco più della metà, 4667 miliardi di euro, è imputabile a valori immobiliari.

Cospicua è quindi la parte inerente titoli finanziari ( titoli, azioni, depositi, ecc.) che, differenza del patrimonio immobiliare, non è stata interessata da recenti provvedimenti legislativi nel campo fiscale ( a parte l’aumento dell’imposta di bollo per i conti correnti, norma contenuta nella recente manovra finanziaria).

 

IMPOSTA PATRIMONIALE: PERCHE’

Un intervento che vada a colpire i grossi patrimoni, avrebbe sicuramente il beneficio di far emergere, almeno parzialmente, una fetta di imponibile sottratto all’erario. Infatti dalla dinamica dei redditi dichiarati e dalla ricchezza posseduta dai vari contribuenti,  è chiaro che in alcuni casi non vi è un collegamento diretto,  e pertanto il patrimonio, più del reddito, può essere considerato come un corretto indicatore del tenore di vita.  Inoltre un intervento fiscale che colpisca i patrimoni, avrebbe sicuramente il beneficio di rispettare il dettato costituzionale in materia di non creare troppa diseguaglianza nella ricchezza dei cittadini. Dati alla mano risulta che il 45 per cento della ricchezza nazionale, 3.700 miliardi di euro, è posseduta da solo il 10 per cento della popolazione italiana (parliamo quindi di circa 10 milioni di cittadini), una situazione sulla quale si potrebbe intervenire per non creare troppo disequilibrio. Ancora più eclatante è invece il dato che riguarda i super ricchi, visto che solo l’1 per cento circa della popolazione italiana ( appena 24 mila famiglie ) possiede il 13 per cento dell’intera ricchezza nazionale. Applicando una tassa patrimoniale neanche troppo esosa, con aliquota dello 0,5 per cento sui grandi patrimoni, si avrebbe un gettito di oltre 5 miliardi di euro ( per ogni famiglia il contributo medio sarebbe di 22.500 euro per un patrimonio medio posseduto di 4,5 milioni di euro).

 

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