Airbnb vince la prima battaglia nella guerra contro il Fisco italiano, almeno per il momento. Il Consiglio di Stato ha infatti delegato alla Corte di Giustizia Europea la decisione in merito alla tassazione per gli affitti brevi tramite la piattaforma.

Gli host di Airbnb erano già stati preallertati della novità fiscale, che avrebbe comportato una trattenuta sui guadagni pari al 21%, corrispondente della cedolare secca per gli affitti brevi (ammessa dal 2017 come alternativa all’Irpef). La richiesta dell’Agenzia delle Entrate trovava l’appoggio di Federalberghi contro la concorrenza di certi portali di affitti online ritenuta sleale sul fronte delle tasse.

In pratica Airbnb avrebbe dovuto agire da sostituto di imposta trattenendo le tasse sugli affitti online. Sarà però la Corte Europea a decidere se questa procedura sia legittima oppure no.

Come si pagano le tasse su Airbnb e che cosa è cambiato per chi affitta

Chiariamo che per chi affitta con Airbnb resta l’obbligo di rispettare le norme sulla tassazione. Al momento però non ci saranno trattenute effettuate direttamente da Airbnb.

Questi gli ultimi aggiornamenti dopo l’ordinanza n. 6219 del 18 settembre 2019 del Consiglio di Stato. In pratica la tassa Airbnb è stata sospesa, rimandando alla Corte di Giustizia UE relativo alla legittimità dell’obbligo di ritenuta per i portali di sharing degli affitti. Continueremo a seguire gli sviluppi di questa guerra che non coinvolge ovviamente solamente Airbnb ma anche gli altri portali di affitti online che funzionano in modo simile.