A dirlo dovrebbe essere la logica, ma non sempre le leggi sono logiche: se una casa non è abitata non produce rifiuti e proprio per questo la Tari non dovrebbe essere pagata.

A mettere un punto chiaro al riguardo è stata la Corte di Cassazione con la sentenza numero 16785 del 27 novembre del 2002 stabilendo che se un immobile è inoccupato la tassa sui rifiuti non va pagata. L’immobile in questione, per dimostrare che sia stato inoccupato nel periodo relativo all’imposta, deve essere privo di utenze di luce e acqua, mentre la Tari dovrà, invece, essere pagata per l’immobile in cui si risiede.

Tari: quando non va pagata?

Se riceviamo in eredità un immobile che non abbiamo intenzione di occupare, quindi, basta chiedere le utenze di luce e acqua per non dover pagare la tassa sui rifiuti: una casa dove non sono allacciate utenze di luce e acqua, infatti, non è abitabile  e proprio per questo non produce rifiuti.

Importante, per non pagare la Tari, quindi, che le utenze siano inattive poichè costituiscono una presunzione, insieme agli arredi, di occupazione dell’immobile.

Come si dimostra la mancanza di fornitura di luce e acqua per un immobile? Basta presentare la documentazione che attesti che chiusura delle utenze relative. Se nell’immobile, invece, ci sono arredi, basterà, poi, che il Comune faccia dei sopralluoghi per accertarsi che l’immobile è disabitato. Anche essendo arredata, se è priva di luce e acqua una casa non può essere abitata.

Per fornire, però, la prova effettiva che la casa non è occupata e non pagare la Tari relativa, inoltre, basterà fornire la documentazione che attesti il pagamento della tassa dei rifiuti nell’immobile in cui si ha la residenza.