Non solo Recovery Fund o Mes. Lo SURE (Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency) è un altro fondamentale strumento di aiuti economici offerti dall’Unione Europea.

Si tratta, sostanzialmente, di prestiti agevolati per coprire i costi degli ammortizzatori sociali per il lavoro dipendente e altre misure analoghe per i lavoratori autonomi.

L’Italia ne ha già fatto richiesta per un totale di circa 28 miliardi di euro. Scopriamo questo strumento.

Sure, cosa è?

Sure è un nuovo strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza.

Pensato, in particolare, per aiutare a proteggere i posti di lavoro e i lavoratori che risentono dell’emergenza sanitaria del Coronavirus e delle relative politiche di contenimento adottate dai diversi Paesi europei.

Lo strumento fornirà assistenza finanziaria per un totale di 100 miliardi di euro sotto forma di prestiti, concessi dall’UE agli Stati membri a condizioni favorevoli.

In particolare, le somme concesse tramite questo strumento concorreranno a coprire i costi direttamente connessi all’istituzione o all’estensione di regimi nazionali di riduzione dell’orario lavorativo e di altre misure analoghe per i lavoratori autonomi introdotte in risposta all’attuale pandemia di coronavirus. Evitando gli esuberi, i regimi di riduzione dell’orario lavorativo possono impedire che uno shock temporaneo abbia ripercussioni negative più gravi e durature sull’economia e sul mercato del lavoro negli Stati membri.

Contribuiscono così a sostenere i redditi delle famiglie e a preservare la capacità produttiva e il capitale umano delle imprese e dell’economia nel suo complesso.

Circa 28 miliardi di prestiti all’Italia

L’Italia ha richiesto gli aiuti dello SURE già ad agosto, per un totale di circa 28 miliardi di euro.

Le risorse di SURE concesse dall’Unione Europea all’Italia ammontano, oggi, a ben 28.492 milioni di euro.

Con queste risorse si copriranno parte delle spese per gli ammortizzatori sociali previsti dai decreti Cura Italia, Liquidita, Rilancio e con il nuovo decreto Ristori.

Il 20 ottobre, con la prima emissione dei prestiti obbligazionari, la Commissione europea ha iniziato la prima erogazione da 10 miliardi in favore dell’Italia.

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