Per la metà di ottobre (si spera), l’Italia avrà il suo nuovo governo. Giorgia Meloni attende i tempi tecnici per la convocazione di Matterella che le darà mandato per trovare la nuova squadra dei ministri. Poi le consultazioni, e la leader di Fratelli d’Italia (salvo colpi di scena) dovrebbe avere tutti i numeri per amministrare il nostro Paese. Nel programma di lavoro ci sarà subito da affrontare la legge di bilancio che per fine anno andrà approvata se non si vuole rischiare l’esercizio provvisorio.

Tra le misure da valutare c’è quella del superbonus 110%.

Il potenziato beneficio fiscale è in scadenza. Anzi in alcune ipotesi non è già più possibile averlo. E’ il caso dei lavori fatti sulle unità unifamiliari (villette). Qui, infatti, il 110 è fino alle spese sostenute entro il 30 giugno 2022. Tuttavia, è possibile goderne anche su quelle fatte nel periodo 1° luglio 2022 – 31 dicembre 2022 a condizione che, entro il 30 settembre 2022, il committente abbia effettuato almeno il 30% dei lavori complessivamente previsti.

Per i condominio poi, il superbonus 110% resta in vita ancora fino alle spese sostenute entro il 31 dicembre 2023. Successivamente, per le spese 2024 e 2025, la percentuale di detrazione scende rispettivamente al 70% e 65%.

Superbonus, un quasi fallimento

Il superbonus nell’attuale misura della detrazione del 110% ha, comunque, avuto risultati poco accettabili.

Il beneficio era stato voluto dal legislatore per dare una spinta al settore edilizio. Ai committenti, infatti, è data possibilità di optare per sconto in fattura o cessione del credito. Questo, nella teoria significa chance di effettuare lavori gratis (o quasi) per chi non avesse liquidità.

Nella pratica, invece, le cose sono andate molto diversamente. Come sempre le cose buone vengono sfruttate dai disonesti per perpetrare truffe ai danni dello Stato. E ad avere la peggio poi sono gli onesti.

Infatti, il legislatore è stato costretto nuovamente ad intervenire ponendo dei freni proprio alla cessione del credito.

Freni che hanno bloccato il meccanismo, visto che le cessioni non possono più avvenire con tanta facilità e in tempi brevi. Questo significa lavori non più partiti e cantieri bloccati per mancanza di liquidità da parte di committenti ed imprese.

Le intenzioni del governo Meloni (un bonus unico)

Il governo Meloni che si appresta a formarsi, secondo indiscrezioni, sarebbe intenzionato ad intervenire sul superbonus, e sui bonus edilizi in generale.

L’idea sarebbe quella di creare un superbonus unico, ossia una percentuale unica di detrazione per tutti i tipi di lavori sulla casa. Semplificare gli adempimenti e, quindi, burocraticamente meno complesso.

Oggi, ad esempio, chi fa la cessione del credito a Poste, in media, deve aspettare circa tre mesi prima di vedersi liquidare la pratica. La documentazione che l’istituto chiede ed i successivi controlli portano a queste tempistiche. La cessione ad una banca non è certamente da meno.

L’idea sarebbe, quindi, quella di un superbonus 65% per tutti. Ci sarebbero però da decidere gli anni in cui la detrazione potrà essere recuperata. Ad esempio, oggi, i lavori dal bonus 110 possono essere recuperati in 5 oppure 4 quote annuali di pari importo; mentre gli altri bonus edilizi si recuperano in 10 quote annuali di pari importo.

Una cosa è certa. Il nuovo governo dovrà essere chiaro con gli italiani e le imprese su come intenderà procedere. Chi è intenzionato a fare i lavori a casa deve sapere con “certezza” come potersi muovere.