Il superbonus 110% non è efficace ed efficiente come si pensava. Tra costi moltiplicati e obbiettivi deludenti c’è già chi parla di “rischio morale”: un concetto utilizzato in economia che, in questo caso, sta a sottolineare lo spreco di denaro a tutto vantaggio dei soli operatori/speculatori e non dell’intera collettività.

Secondo un recente rapporto riservato dell’Enea, pubblicato sul “corriere.it”, per il 2021 si stimano 51 mila progetti incentivati dal superbonus 110%, per un costo per lo Stato pari a 8,7 miliardi di euro.

Si tratta di una spesa enorme e, a questo punto, ci si chiede: n’è valsa la pena? Purtroppo, sembrerebbe di no. Sempre secondo il report di Enea il vecchio Ecobonus che prevedeva una detrazione del 65% era stato più efficiente nel ridurre le emissioni inquinanti.

Superbonus 110%, cos’è e perché potrebbe avere vita breve

Il Superbonus 110% è un’agevolazione introdotta dal Decreto Rilancio che alza al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute per specifici interventi di efficienza energetica, antisismici e per l’installazione di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.

La detrazione in origine spettava per le spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021 ma, per effetto di successive modifiche normative, si può applicare anche alle spese sostenute entro il 30 giugno 2022, o soltanto per condomini entro dicembre 2022.

Chi fruisce del bonus 110% può cedere la detrazione ad un istituto bancario in cambio di liquidità. Il 10% superiore al costo degli interventi è stato pensato, appunto, come una copertura delle commissioni richieste dalle banche.

Cosa succederà adesso?

Senza scomodare il report di Enea, soltanto qualche giorno fa, anche il Ministro dell’Economia e delle Finanza, Daniele Franco, dichiarava che l’incentivo non sarebbe mai potuto diventare una misura strutturale, e il motivo è semplice: “il Superbonus, ha spiegato Franco, è uno strumento molto costoso e non sostenibile nel lungo periodo”. Ad ogni modo, il Ministro ha anche ammesso che il superbonus 110% è stato molto importante per far ripartire il settore delle costruzioni.

Bisogna ricordare, ha dichiarato Franco, che “il superbonus è uno strumento molto costoso”. Le costruzioni “sono un settore che va sostenuto, avendo a mente che non può crescere a dismisura. Se ciascun italiano fa domanda, per 30 milioni di unità immobiliari l’effetto sui conti e sul debito è stratosferico”.

Ad ogni modo, ad oggi, sembrerebbe certa la proroga del Superbonus 110% fino al 2023. Staremo a vedere quali saranno gli sviluppi di questa tanto discussa misura.

 

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