Il governo Draghi è arrivato al capolinea. La fiducia ottenuta al Senato (con soli 95 si). Con il forfait al voto di Lega, M5s e Forza Italia, non c’è il sostegno politico per continuare. Le dimissioni sono già state comunicate in Parlamento ed ora il premier va al Quirinale da Mattarella. Durante il discorso a Camera e Senato (prima del voto di fiducia) Draghi aveva anche espresso le proprie intenzioni circa la strada da seguire per il bonus 110 ed in particolare per la cessione del credito.

Il governo che gli succederà sarà della stessa opinione? Che fine farà il superbonus?

Cessione del credito, le intenzioni di Draghi

Oggi la cessione del credito una su mille ce la fa. Vive ancora una fase di stallo. Tutto ciò, nonostante l’ultimo intervento del decreto Aiuti, che ha sbloccato la possibilità per le banche di cedere (senza limitazioni) i propri crediti a clienti partita IVA di qualsiasi genere (quindi, non solo professionali).

Il quasi ex premier Draghi, durante l’ultimo discorso parlamentare (quello in cui chiedeva ancora fiducia per andare avanti nel suo programma), annunciava anche la volontà di voler adottare nuove misure che sbloccassero il discorso cessione del credito.

Un’azione fondamentale per consentire a banche ed imprese di smaltire la quantità di crediti in portafoglio.

Lo stesso Draghi, tuttavia, faceva intendere di essere contrario a stanziare nuovi fondi da dedicare ai bonus 110.

Quale sarà, invece, ora il destino del beneficio con il nuovo governo che verrà a formarsi?

Le attuali scadenze del bonus 110

Attualmente, il bonus 110 (con cessione del credito o sconto in fattura), ricordiamo, presenta le seguenti scadenza:

  • spese sostenute fino al 31 dicembre 2025, laddove trattasi di lavori fatti su parti comuni dell’edificio. Ossia il condominio. In questi casi, tuttavia, possiamo parlare di bonus 110 con successivo decalage. In prativa, lo sgravio sarà del:
    • 110% per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023
    • 70% per le spese sostenute nel periodo 1° gennaio 2024 – 31 dicembre 2024
    • 65% per le spese sostenute dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2025
  • stessa sorte di cui al punto precedente laddove si tratti di lavori eseguiti da persone fisiche (al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arte o professione), su edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate.
    Deve trattarsi di immobili posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche.
  • per le unità unifamiliari (villette), fino alle spese sostenute entro il 30 giugno 2022 ovvero entro il 31 dicembre 2022 a condizione che entro il 30 settembre 2022 sia eseguito almeno il 30% dei lavori complessivi (c.d. SAL 30%)
  • fino alle spese sostenute entro il 30 giugno 2023 (oppure fino al il 31 dicembre 2023, a condizione che al 30 giugno 2023 siano effettuati lavori per almeno il 60%o dell’intervento complessivo), per:
    • Iacp comunque denominati
    • enti aventi le stesse finalità sociali dei predetti istituti, istituiti nella forma di società, che rispondono ai requisiti della legislazione europea in materia di “in house providing
    • cooperative di abitazione a proprietà indivisa
  • spese sostenute entro il 31 dicembre 2025, per Onlus, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale, iscritte negli appositi registri.