Quando muore una persona, uno degli adempimenti più importanti ma anche più gravosi a cui sono chiamati gli eredi è senza dubbio la dichiarazione di successione. Con la successione tutti i beni precedentemente intestati a una persona poi deceduta, finiscono agli eredi. Se non ci sono lasciati testamentari, e cioè se non ci sono le ultime volontà di una persona, si parla di successione legale. La successione legale serve per sbloccare i conti in banca o alle poste di un defunto.

Ma anche per suddividere i beni di un defunto tra gli eredi come prestabilisce la legge.

Beni mobili e immobili come possono essere fabbricati e terreni. Ed è proprio sugli immobili che spesso si aprono situazioni particolari, come possono essere quelle relative alla casa di abitazione di un nucleo familiare. Case precedentemente ereditate, oppure acquistate prima o dopo il matrimonio. Molto cambia in base al regime del matrimonio, se in comunione o in separazione. E molto cambia tra beni cointestati o ad unico intestatario. Oggi affrontiamo lo spinoso caso della successione case in comunione.

I problemi della intestazione di una casa o di un terreno

“Buonasera mi chiamo Maurizio e vi scrivo per capire come devo comportarmi con la dichiarazione di successione case in comunione che io e i miei quattro fratelli abbiamo fatto dopo il decesso di mia madre avvenuto ad agosto dello scorso anno. Mia madre ha deciso, prima di lasciarci, di dividere le sue proprietà a noi quattro fratelli con delle donazioni e degli atti di liberalità. Per questo motivo eravamo convinti, dopo una esperienza piuttosto traumatica con la successione dopo la morte di mio padre avvenuta cinque anni prima, di dover presentare la dichiarazione di successione solo per la casa di abitazione di mia madre.

Siamo andati infatti alle poste alle alla banca convinti di poter effettuare lo sblocco dei conti dei libretti di mia madre con la successione precedentemente effettuata all’Agenzia delle Entrate.

Per i conti ok, ma ci hanno informato che c’è un errore nella dichiarazione. Pare che un errore commesso nella dichiarazione di successione di mio padre ha finito con l’influire anche sugli adempimenti necessari dopo il decesso di mia madre. Pare infatti che la casa dove abitavano i miei e intestata completamente a mia madre, doveva finire nella dichiarazione di successione anche di mio padre nonostante quest’ultimo non risultasse proprietario dell’immobile.

Il problema, come ci ha spiegato un avvocato parte dal fatto che il matrimonio tra mio padre e mia madre era in comunione dei beni è che la casa acquistata da mia madre da sola, rientrava comunque nella comunione dei beni. In parole povere dovremmo fare una nuova dichiarazione di successione di mio padre. Per evitare problemi sulla casa che effettivamente non è stata inserita bene nella dichiarazione di successione di mia madre. Secondo voi ci sono vie diverse da prendere?”

L’immobile nella comunione dei beni nella successione anche di chi non era intestatario

Di casi sulle dichiarazioni successorie sui lasciti ereditari e sulle divisioni delle eredità tra superstiti sono all’ordine del giorno. E soprattutto sugli immobili le cose che vanno chiarite ed approfondite ogni volta sono sempre molte. Il nostro lettore apre un quesito davvero particolare ma piuttosto semplice da chiarire, anche perché la situazione è chiara e lapalissiana. L’avvocato che sta consigliando il nostro lettore e i suoi fratelli, proprio per ciò che concerne la dichiarazione di successione della madre, ha perfettamente ragione.

In un matrimonio in comunione dei beni tra i coniugi, la differenza tra una casa comprata da uno dei due, oppure comprata da tutti e due al 50%, non ha modo di esistere. In pratica un acquisto successivo al matrimonio, per via della comunione dei beni, anche se effettuato e pagato effettivamente solo da un coniuge, ricade nei beni di proprietà anche dell’altro coniuge.

Quindi la casa della madre del nostro lettore, anche se è intestata completamente a lei al catasto, doveva essere inserita nella successione del padre cinque anni prima. E inserita al 50% come comunione dei beni prevede.

Non c’è alternativa alla doppia successione

In altri termini, la dichiarazione di successione del padre del nostro lettore è stata sbagliata proprio perché carente di un immobile. Casa, che a dire il vero, gli eredi non hanno inserito non per furbizia o per non pagare le tasse. Ma solo perché non la trovavano in catasto a nome del defunto. Una casa che andava lo stesso inserita nella successione. Sbagliando con la dichiarazione di successione del padre quindi, è naturale che oggi ci si trovi di fronte a un problema. Una anomalia che si trascina anche nella dichiarazione successoria della madre. Questo, purtroppo, accade spesso quando ci si trova a dover espletare le pratiche di successione di case in comunione dei beni.

Un problema che sarebbe stato lo stesso anche nel momento in cui la madre avrebbe provato a vendere la casa o a cederla ad uno dei figli. Una cosa che evidentemente non ha fatto, donando ai figli tutte le altre proprietà ma lasciando la casa di abitazione ai posteri.

E il nostro lettore effettivamente non ha altra soluzione che non sia quella di presentare una dichiarazione di successione correttiva di quella presentata cinque anni fa a nome del padre. Solo correggendolo prima la dichiarazione di successione, potrà provvedere a presentare anche in questo caso, una nuova dichiarazione della madre, inserendo la quota della casa di abitazione. Casa che effettivamente non è al 100% della madre.

Cosa fare per aggiustare la questione successione case in comunione

Purtroppo per il nostro lettore, ci sono poche alternative. Dal momento che andrà rifatta anche la successione del padre andranno ripagate anche le imposte.

Quindi gli eredi dovranno versare le imposte sia per la nuova successione del padre che per quella della madre. Successione che si rende necessaria anche per poter sbloccare i conti correnti alle poste o alle banche. E dove naturalmente la madre aveva avviato i rapporti. Infatti non si potranno sbloccare i soldi in banca della defunta se non si produce all’Agenzia delle Entrate la copia della dichiarazione di successione con il glifo, a certificare l’autenticità del documento.

Le imposte ipotecarie e catastali vanno rapportate all’apertura della successione

A dire il vero pare che il nostro lettore abbia già provveduto a sbloccare i conti, anche se con una successione sbagliata. L’unica cosa che possono fare questi eredi del quesito è una operazione di controllo. Iniziativa volta a risparmiare un po’ di soldi. Bisogna verificare se le imposte ipotecarie e catastali da versare con la successione correttiva del padre, possono fare riferimento agli importi di 5 anni prima. Potrebbe essere che probabilmente le imposte erano più basse delle cifre minime previste oggi. Infatti anche se correttiva, la dichiarazione di successione va sempre rapportata alla data di apertura della stessa. Che è sempre quella del decesso.