Gli Studi di settore sono utilizzati per valutare la capacità di produrre ricavi o conseguire compensi dalle singole attività economiche. Sono realizzati tramite la raccolta sistematica di dati: sia quelli di carattere fiscale, sia dati di tipo “strutturale” che caratterizzano l’attività e il contesto economico in cui questa si svolge.
Gli studi consentono, quindi, di determinare i ricavi o i compensi che con massima probabilità possono essere attribuiti al contribuente, individuandone non solo la capacità potenziale di produrre ricavi o conseguire compensi, ma anche i fattori interni ed esterni relativi all’attività che potrebbero determinare una limitazione della capacità stessa (orari di attività, situazioni di mercato, ecc.).

Studi di Settore: come si costruiscono

La prima fase di costruzione degli studi è caratterizzata dalla scelta delle attività economiche e dalla individuazione delle variabili che comporranno i modelli; quest’ultimi vengono, poi, compilati dai contribuenti e, successivamente, elaborati dai tecnici della S.O.S.E. (Società per gli Studi di Settore) che disegnano dei profili d’impresa a livello macroeconomico. Vengono poi definiti i cluster o gruppi omogenei d’impresa, per i quali, mediante tecniche matematico- statistiche, è individuata una funzione di ricavo, che consentirà di confrontare il ricavo dell’impresa con quello medio delle imprese ad essa similari. Ogni singola fase della costruzione degli studi avviene con la partecipazione delle associazioni di categoria.

Studi di Settore: termine di congruità

Inserendo in Gerico (il software applicativo degli studi di settore) i valori delle variabili contabili ed extra contabili richieste, è possibile verificare la posizione del contribuente in ordine ai  ricavi o ai compensi stimati e ai principali indicatori economici.
In particolare, i ricavi o i compensi del contribuente sono “congrui” se pari almeno al valore puntuale di riferimento calcolato con il software per lo specifico contribuente. In caso contrario, i contribuenti possono adeguare i propri ricavi o compensi alle risultanze dell’applicazione degli studi di settore in sede di dichiarazione dei redditi.

Studi di settore: indicatori di normalità economica

Per ridurre i livelli di evasione e le distorsioni connesse ad una non corretta esposizione dei dati contabili e strutturali è stata introdotta una specifica analisi di coerenza dei dati dichiarati in base al posizionamento di indicatori economici, calcolati per il singolo contribuente, rispetto a valori di riferimento che individuano le condizioni di normalità economica in relazione allo studio di settore di appartenenza e all’ambito territoriale in cui opera il soggetto.

Ad esempio, per i contribuenti esercenti attività di impresa gli indicatori di normalità economica sono i seguenti:

a) rapporto tra costi di disponibilità dei beni strumentali  e valore degli stessi;

b) rotazione del magazzino o durata delle scorte;

c) valore aggiunto per addetto;

d) redditività dei beni mobili strumentali;

e) valore aggiunto per addetto;

f) redditività dei beni strumentali mobili.

Gli indicatori saranno parte integrante della metodologia di elaborazione e revisione degli studi a partire dal 2007: il software GE.R.I.CO, infatti, sarà chiamato a determinare i livelli di congruità dei ricavi e dei compensi tenendo anche conto di detti indicatori. Gli indicatori opereranno, sempre all’interno del software GE.R.I.CO, affiancando il risultato dello studio di settore relativa. Il contribuente dovrà, quindi, confrontare i propri ricavi dichiarati con quelli risultanti dall’applicazione dell’analisi della congruità e dell’analisi di normalità economica.

Studi di settore: Semplificazioni e Novità 2016

Le semplificazioni per gli studi di settore applicabili al periodo d’imposta 2015 sono state confermate con la circolare n. 24/E/2016 con la quale l’Agenzia passa in rassegna le principali novità applicabili agli studi di settore che dovranno essere elaborati con il modello Unico 2016.

Studi di settore 2016: novità, istruzioni e modelli

Da quest’anno è confermata l’eliminazione dell’obbligo di presentare i modelli Ine (Indicatori di normalità economica) e il modello di comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli studi di settore per i contribuenti che hanno cessato l’attività nel corso del periodo d’imposta o che si trovano in liquidazione ordinaria.

Questi due adempimenti, con riferimento all’anno d’imposta 2015, risultano non più necessari poiché eventuali ricavi/compensi non dichiarati o rapporti di lavoro irregolare potranno essere efficacemente rilevati attraverso l’integrazione e l’analisi delle diverse banche dati a disposizione dell’Agenzia.

Più snella anche la compilazione di alcuni dati extracontabili del modello, fra cui la composizione del quadro A legato al personale impiegato nell’attività, dove sono state accorpate le informazioni richieste con riferimento alle diverse figure professionali dei dipendenti e degli altri addetti all’attività.

Infine nel quadro F, con lo scopo di semplificarne la struttura, per gli studi evoluti nel periodo d’imposta 2015 analogamente a quanto avvenuto già lo scorso anno è stato accorpato il contenuto dei righi F14 e F15. Pertanto per gli studi evoluti nei periodi d’imposta 2014 e 2015 il modello dei dati contabili passerà direttamente dal rigo F14 al rigo F16. questo al fine di garantire una certa omogeneità nella numerazione del quadro F con gli anni precedenti. Per i modelli evoluti nel 2013 persiste, invece, ancora l’indicazione distinta (F14 ed F15).

Studi di Settore: novità per maxiammortamenti e patent box

Importanti novità nella circolare sono anche quelle che interessano specificatamente la modulistica contabile (quadri F e G) tra le quali maxiammortamenti e patent box, nonché le modalità di indicazione dei dati Iva ai fini del calcolo dell’aliquota media in caso di split payment. In proposito, con riferimento a quest’ultima novità le istruzioni alla compilazione del quadro F chiariscono che nel rigo F33, campo 1, deve essere indicato l’ammontare complessivo dell’Iva sulle operazioni imponibili comprensivo dell’Iva addebitata in fattura ai sensi dell’articolo 17-ter del Dpr n.

633/72. Vengono poi illustrati gli interventi per la revisione congiunturale speciale in relazione alla quale si analizzano le novità circa i correttivi introdotti per il periodo d’imposta 2015 per i quali, in un quadro applicativo sostanzialmente analogo allo scorso anno, viene segnalata la specifica novità legata alla presenza di interventi sull’analisi di coerenza.

Circolare24-30maggio2016-StudiSettore