Attraverso gli
studi di settore il Fisco, dal 1993, raccoglie dati relativi ad attività di imprese, liberi professionisti e lavoratori autonomi. Lo scopo è quello di valutare le effettive potenzialità di produrre reddito e combattere il nero e l’evasione fiscale. Il metodo di applicazione prevede un sistema di accertamento induttivo. Ogni anno, per favorire la raccolta di dati, viene messa a disposizione una piattaforma informatica gestita da un programma chiamato
Ge.Ri.Co.
Studi di settore: i parametri e le quattro macrocategorie
Gli studi di settore individuano dei criteri di appartenenza: processi produttivi usati, organizzazione, prodotti e servizi oggetto dell’attività, ubicazione dell’impresa ed altri fattori potenzialmente significativi (come ad esempio area di vendita, trend della domanda, livello dei prezzi, concorrenza, etc.). Su questa base gli studi di settore si dividono in quattro grandi macroaree:
- Professionisti (TK, UK, VK);
Studi di settore: procedimento
Il procedimento statistico alla base degli studi di settore prevede:
- raccolta di elementi quantitativi e qualitativi su una determinata attività;
- cluster: individuazione di modalità omogenee di svolgimento della stessa;
- determinazione dei ricavi presunti dell'attività, diversa per ogni cluster.
Studi di settore: trasmissione dati e obblighi del contribuente
Dopo che il contribuente ha compilato e trasmesso in allegato ad Unico il modello dedicato agli studi di settore, il software Gerico fornisce i risultati del calcolo. Mediante analisi discriminante, ogni contribuente viene associato al cluster di riferimento. Il contribuente dovrà confrontare i ricavi dichiarati con quelli presunti per il tipo di attività per verificare la propria congruità.
Studi di settore: i contribuenti esclusi Il provvedimento n. 83314/2015 dell’Agenzia delle Entrate ha introdotto la possibilità di invio dei dati
rilevanti ai fini degli studi di settore in via telematica. In caso di risultato non congruo, è possibile optare per un adeguamento spontaneo in dichiarazione, arrotondando l'importo dichiarato a quello del ricavo puntuale minimo stimato dagli uffici finanziari in modo da evitare i controlli fiscali sui presunti ricavi mancanti.