Quando lo stress da lavoro può essere considerato una malattia professionale e dare addirittura diritto al riconoscimento della causa di servizio? Ormai in molti uffici e aziende i ritmi di lavoro, e le responsabilità connesse, sono pesanti per i dipendenti e non è raro sentire persone stressate dal lavoro. Ma in alcuni casi la situazione può degenerare e portare ad una malattia coronarica. In questi casi il lavoratore viene tutelato dall’assicurazione obbligatoria sul lavoro, dall’Inail e dall’azienda presso cui presta servizio.

Stress e problemi di cuore? Per il rimborso occorre dimostrare che la colpa è del lavoro e non di altre cause

Il caso di specie, sul quale si è espressa la Cassazione, riguardava un dipendente pubblico di 36 anni, incaricato di rappresentare in giudizio l’ente di appartenenza. Perché abbiamo sottolineato l’età? Perché non ci sono fattori anagrafici che potrebbero giustificare la malattia coronarica. E neppure familiarità con malattie cardiovascolari. Il soggetto peraltro non era solito consumare sostanze alcoliche ed era un non fumatore. Il rapporto di causa effetto tra carico di mansioni eccessivo e malattia coronarica dovuta a stress è quindi facilmente presumibile.

A queste condizioni la Cassazione, già in passato, ha riconosciuto la cd “usura psicofisica” come danno non patrimoniale dovuto all’inadempimento contrattuale del datore di lavoro che ha violato le disposizioni con il dipendente e i ccnl in merito all’adozione delle misure volte a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei dipendenti. E’ onere del lavoratore quindi dimostrare anche mediante presunzioni, che il danno sia dovuto al carico di lavoro e alle responsabilità e che la colpa della malattia o dell’infortunio che ne sono scaturiti sia da attribuire al datore di lavoro. E il datore a sua volta sarà tenuto a dimostrare il contrario. In quest’ottica ad esempio, in un giudizio precedente, era stato respinto il ricorso di un dipendente bancario che aveva chiesto il risarcimento dei danni per l’aggravarsi di una patologia cardiaca collegata al forte stress lavorativo, degli orari prolungati, dei pericoli del posto di lavoro, spesso preso di mira da rapinatori etc; ma quello che il lavoratore non aveva provato a sufficienza era la negligenza della banca nell’adottare le misure di sicurezza idonee ad evitare o scongiurare le rapine.

E neppure era stato in grado di allegare circostanze tali da dimostrare i ritmi di lavoro non sostenibili.

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