Stipendio più basso rispetto alla busta paga, cosa fare? Questi casi sono sempre più frequenti. E sono sempre più frequenti i dipendenti che accettano questa estorsione per conservare il posto di lavoro.

Stipendio più basso della busta paga: come viene erogato?

Il Datore di lavoro che paga uno stipendio più basso rispetto a quello che risulta in busta paga lo può fare solo il consenso del dipendente. Normalmente il pagamento della busta paga avviene tramite bonifico bancario. Il bonifico equivale alla somma corrispondente sulla busta paga.

Successivamente all’atto dell’accredito sul conto corrente del dipendente, questi restituisce in contanti la differenza al datore di lavoro.

Stipendio più basso della busta paga: il consenso del dipendente è nullo

Anche se il dipendente ha accettato questa condizione consapevolmente, il consenso è nullo, perché trattasi di frode alla legge. Il dipendente può sempre fare causa all’azienda e chiedere la restituzione delle somme restituite al datore di lavoro. Inoltre, potrà agire in giudizio entro 5 anni dalla data di licenziamento o di dimissioni.

Stipendio più basso: se subentra la minaccia, diventa reato di estorsione

Se il datore di lavoro oltre al patto illecito, minaccia il dipendente di licenziamento, scatta il reato di estorsione. (Sentenza della Cassazione n. 18727/2016 del 14.04.2016)
La Cassazione più volte a chiarito che è punibile per reato di estorsione il datore di lavoro, che approfitta della situazione di debolezza del dipendente. Il quale è costretto, per non perdere il posto di lavoro, ad accettare un patto illecito. Il reato di estorsione è imputabile al datore di lavoro, quando questi impone al lavoratore prima o durante lo svolgimento del rapporto di lavoro di accettare condizioni di lavoro svantaggiose, di fronte alla minaccia di mancata assunzione o di licenziamento.

L’azienda paga uno stipendio più basso della busta paga: cosa fare?

Il dipendente che si trova in questa situazione, e decide di far causa, deve poter dimostrare in modo chiaro l’estorsione e il mancato pagamento.


Si può agire per via civile entro cinque anni dalla cessazione del rapporto di lavoro, davanti al Tribunale ordinario, sezione lavoro. Per ottenere il rimborso delle differenze non percepite rispetto alla busta paga, il dipendente deve poter dimostrare la mancata retribuzione. Il pagamento della busta paga avviene con accredito in conto corrente, è questo è facilmente dimostrabile. La restituzione della somma in contanti al datore di lavoro deve essere dimostrata con testimoni. Il testimone deve essere stato presente sul luogo di lavoro all’atto del versamento in contanti della differenza di busta paga.
Si può agire per via penale, sporgendo querela contro il datore di lavoro che oltre al pagamento più basso rispetto alla busta paga abbia anche minacciato il dipendente di licenziamento e obbligato ad accettare il patto illecito. Anche il reato di estorsione va dimostrato con testimoni che abbiano assistito alle minacce.