L’importo del reddito di cittadinanza dipende da diversi fattori: ISEE, numero dei componenti del nucleo familiare e dal fatto che si stia pagando o meno per l’abitazione in cui si vive (sia in caso di affitto o di mutuo).

In presenza di rilevanti variazioni del reddito o a seguito di altri eventi previsti dalla normativa, l’importo dello stesso assegno potrebbe venire ricalcolato, ovviamente sia in aumento che in diminuzione. In tal caso, è importante comunicare tempestivamente il verificarsi di tali variazioni e presentare un ISEE corrente.

Vediamo meglio di cosa si tratta.

Reddito di cittadinanza, da cosa è determinato l’importo?

L’importo del reddito di cittadinanza, come già detto, dipende principalmente da due fattori: ISEE e composizione del nucleo familiare.

Il beneficio economico si compone, sostanzialmente, da due parti (quote):

  • Quota A che consente di integrar il reddito familiare fino a do massimo 6.000 euro moltiplicati per la scala di equivalenza;
  • Quota B, destinata solamente a chi è in affitto o chi vive in casa propria ma sta pagando le rate del mutuo. In particolare, si ha diritto ad un’integrazione di un ammontare annuo pari al canone di locazione fino ad un massimo di 3.360 euro (280 euro al mese), o alla rata del mutuo fino ad un massimo di 1.800 euro (150 euro al mese).

L’assegno complessivo può arrivare al massimo a 9.360 euro annui (780 euro mensili) moltiplicati per la scala di equivalenza, meno il valore del reddito familiare. Da questa base è possibile calcolare l’importo minimo che il beneficiario del sussidio ha diritto di ottenere.

Come viene calcolato l’importo del reddito di cittadinanza?

La determinazione dell’ammontare del reddito di cittadinanza viene effettuata dall’INPS sulla base della dichiarazione ISEE e delle informazioni sui trattamenti erogati ai beneficiari del Reddito di cittadinanza.

L’assegno complessivo, dunque, dipende dalla composizione del nucleo familiare, dai redditi o trattamenti assistenziali percepiti, moltiplicati per la scala di equivalenza, a cui va infine a sommarsi l’eventuale “quota b”.

Per quanto riguarda la scala di equivalenza, si legge sul sito del Ministero del Lavoro, essa è uguale a “1 per il primo componente del nucleo familiare ed è incrementata di 0,4 per ogni ulteriore componente di età maggiore di anni 18 e di 0,2 per ogni ulteriore componente minorenne, fino ad un massimo di 2,1, elevato a 2,2 in presenza di componenti in condizione di disabilità grave o non autosufficienza”.

Ad esempio, una famiglia di 3 persone, composta da 2 adulti e 1 minore, e con un reddito complessivo di 5 mila euro all’anno riceverà un assegno pari a: 9.600 – 5.000 = 4.600 / 12 = 383 euro al mese. A questo importo si può eventualmente sommare la quota relativa all’affitto (massimo 280 euro al mese) o alla rata del mutuo (massimo 150 euro al mese).

Casi in cui l’assegno erogato è più basso rispetto al mese precedente

L’importo del reddito di cittadinanza, in alcuni casi, potrebbe risultare inferiore rispetto ai mesi passati. Questo, principalmente, può avvenire per le seguenti motivazioni:

  • ricalcolo in base al reddito complessivo del nucleo familiare rispetto all’anno precedente,
  • variazione di importo, in base alla comunicazione Unilav del datore di lavoro. Questo avviene quando, ad esempio, il percettore ha svolto un lavoro per un breve periodo di tempo. In questo caso, il sussidio non viene perso ma l’assegno sarà ricalcolato;
  • calcolo e decurtazione, dei trattamenti assistenziali;
  • calcolo e decurtazione di alcuni eventuali bonus erogati dal comune di appartenenza o altri enti territoriali.

Casi in cui l’assegno è più alto rispetto al mese precedente

L’importo del reddito di cittadinanza può aumentare sostanzialmente in tre casi:

  • Se un componente del nucleo familiare dovesse perdere il proprio posto di lavoro;
  • Se si affitta o compra con mutuo l’abitazione principale;
  • Nel caso in cui nasca un figlio, e quindi aumenta il numero dei componenti del nucleo familiare.

Al verificarsi di almeno una di queste condizioni, è possibile rivolgendosi a Caf o Patronati per comunicare la mutata situazione economica e ottenere un sussidio maggiorato.

Sarà necessario predisporre e presentare l’ISEE corrente che aggiorna il valore dello stesso indicatore prendendo a riferimento i redditi relativi ad un periodo di tempo più ravvicinato. L’ISEE corrente ha validità due mesi, deve pertanto essere periodicamente rinnovato ai fini della prosecuzione dell’erogazione del beneficio.

In conclusione, la variazione del reddito di cittadinanza, in aumento o in diminuzione, può avvenire in qualsiasi momento e per cause differenti.