Se i lavoratori dipendenti sorridono ora potrebbero poi piangere a dicembre con il rischio di restituzione bonus 200 euro.

Il testo del decreto Aiuti, istitutivo del beneficio, infatti, stabilisce che il datore di lavoro, solo in sede di conguaglio annuale, quindi a fine anno, procederà alla verifica del requisito reddituale previsto. Se da tale controllo, il reddito annuo del lavoratore risulta superiore a 35.000 euro, questi dovrà restituire il bonus.

Il bonus 200 euro “una tantum”, ricordiamo, spetterà alle seguenti categorie di soggetti:

  • lavoratori dipendenti
  • pensionati
  • disoccupati, percettori di NASPI e Dis-Coll
  • percettori di reddito di cittadinanza
  • lavoratori autonomi
  • lavoratori stagionali
  • colf e badanti.

Bonus 200 euro, il requisito reddituale

Per averne diritto è necessario che il reddito 2022 non risulti superiore a 35.000 euro.

A fini del citato limite reddituale devono considerarsi:

  • i redditi di qualsiasi natura, compresi quelli esenti da imposta o soggetti a ritenuta alla fonte o a imposta sostitutiva.

Non devono, invece, considerarsi:

  • il reddito della casa di abitazione e le sue pertinenze
  • i trattamenti di fine rapporto comunque denominati
  • le competenze arretrate sottoposte a tassazione separata
  • l’assegno al nucleo familiare
  • assegni familiari e l’assegno unico universale
  • gli assegni di guerra
  • indennizzi ai soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati
  • indennità di accompagnamento e le indennità previste per i ciechi parziali
  • indennità di comunicazione per i sordi prelinguali.

Tempi e modalità di pagamento

Per i lavoratori dipendenti, il bonus 200 euro sarà pagato direttamente in busta paga dal datore di lavoro, il quale poi lo recupera nella forma della compensazione (quando dovrà versare debiti d’imposta).

Il pagamento dovrebbe avvenire sulla busta paga di giugno 2022 o luglio 2022.

Per i pensionati, i disoccupati percettori di NASPI o Dis-Coll e per i percettori di reddito di cittadinanza, il pagamento sarà fatto direttamente dall’INPS, tra i mesi di giugno e luglio.

Si aspetta, invece, il provvedimento attuativo del beneficio per capire tempi e modalità di erogazione per le altre categorie.

La restituzione bonus 200 euro per i dipendenti

Per i lavoratori dipendenti, come detto, a dicembre prossimo potrebbe esserci il rischio di restituzione del bonus 200 euro.

Infatti, secondo quanto emerge dalla bozza in circolazione del decreto Aiuti:

  • il datore di lavoro, ora, sulla base del reddito teorico riconosce il bonus 200 euro in busta paga
  • in sede di conguaglio (quindi, a dicembre 2022) verificherà se il lavoratore effettivamente ha rispettato la soglia reddituale dei 35.000 euro.

Se non rispettata, questi, dovrà restituire il beneficio. La restituzione sarà in busta paga (otto rate di pari ammontare a partire dalla retribuzione che sconta gli effetti del conguaglio).

La cosa preoccupante è che pare non si può rifiutare il bonus 200 euro in busta paga. Il testo, almeno per ora, non prevede questa possibilità.

Il rischio per le altre categorie

Per coloro che riceveranno il pagamento del bonus 200 euro dall’INPS, invece, il decreto stabilisce che l’indennità è erogata sulla base dei dati disponibili all’istituto al momento dell’erogazione ed è soggetta alla successiva verifica del reddito complessivo annuo lordo.

Quindi, l’INPS per ora accredita il bonus e poi effettuata la verifica delle situazioni reddituali. Se dal controllo emerge che il reddito 2022 del beneficiario è risultato essere superiore a 35.000 euro, l’istituto stesso procederà al recupero di quanto eventualmente pagato in eccedenza. Ciò entro il termine di prescrizione quinquennale.

Per le altre categorie di beneficiari probabilmente il rischio di restituzione si presenterà in sede di Dichiarazione redditi 2023 (anno d’imposta 2022).

Sul nostro quotidiano è disponibile una prima guida bonus 200 euro, in attesa del provvedimento attuativo che definirà i dettagli.