Della prima mandata di domande per il reddito di cittadinanza presentate a marzo, circa il 75% è stato accolto. E ora i beneficiari si chiedono quando arriveranno i soldi e quale importo sarà caricato loro sulla carta RdC. A “dare i numeri” è stato il nuovo presidente designato Inps, Pasquale Tridico, basandosi sulle statistiche delle prime 640 mila domande verificate. La percentuale di accoglimento delle richieste ammonta al 75% circa.

Reddito di Cittadinanza: ecco quando arriveranno i soldi

Mentre Tridico attende l’ufficializzazione della sua nomina, chi ha presentato domanda per il reddito di cittadinanza è ora in trepidazione per sapere se rientra nell’uno su tre al quale è stata accettata la richiesta.

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Quando arriveranno i soldi del reddito di cittadinanza e per chi

Per i beneficiari del sussidio, i primi soldi dovrebbero arrivare tra Pasqua e il 25 aprile. A brevissimo quindi riceveranno comunicazione per il ritiro della carta presso le Poste. In questa prima mandata saranno quindi circa 480 mila le card caricate con il reddito di cittadinanza. Dalle verifiche dei prossimi giorni si potrebbero aggiungere le altre carte che risultanti dalle quasi 200 mila domande ulteriori da esaminare.
Ma di quanto mediamente sarà ricaricata la card delle Poste mensilmente? Secondo le prime stime l’importo medio ammonta a 520 euro a famiglia.

Reddito di Cittadinanza: dopo i soldi il lavoro?

Nel suo intervento Tridico ha anche smentito i rumors circa l’erogazione temporanea del sussidio. L’allarmismo è scaturito da una sbagliata interpretazione delle verifiche della sussistenza dei requisiti per il sussidio: “Il Rdc non viene riconosciuto in modalità provvisoria. Se le informazioni sono nelle banche dati dell’Inps o in archivi collegati, il controllo è preventivo e a tappeto. Altrimenti è a campione sulle autocertificazioni. Se si evidenzieranno situazioni che comportano la decadenza, la prestazione verrà revocata e, in caso di dichiarazioni mendaci, verrà notificato un indebito, oltre alle sanzioni, anche penali, previste dalla legge”.


Sulla prima fase del reddito di cittadinanza quindi tutto sembra filare liscio e secondo i tempi. Discorso ben diverso per la seconda, che prevede, o dovrebbe prevedere, l’inserimento dei beneficiari del sussidio nel mondo del lavoro. Qui i nodi da sciogliere restano diversi, a partire dall’assunzione dei navigator e dalla organizzazione delle risorse nei centri per l’impiego. Tanto che lo stesso Tridico sembra mettere le mani avanti quando dichiara che “Il reddito di cittadinanza andrà valutato per quante persone sottrarrà alla povertà e non solo per quante ne collocherà al lavoro. Il primo obiettivo è propedeutico al secondo”. Paura di un flop del reddito di cittadinanza per quanto riguarda questo secondo aspetto?