Tornano copiose le lettere dell’Inps con cui l’istituto chiede ai pensionati la restituzione delle somme indebitamente percepite. Molti si chiedono come mai l’INPS chieda soldi indietro al pensionato se è lo stesso Istituto ad inviare con il rateo mensile, la pensione spettante. Effettivamente però non è raro trovare casi in cui l’INPS invia una pensione errata, che invece dovrebbe essere inferiore di importo. Va detto però al riguardo che non sempre l’INPS può chiedere soldi indietro il pensionato.

 

“Gentile redazione, sono un vostro assiduo lettore e oggi vi chiedo una mano. Sono disperato e forse usare questo termine è dire poco. Infatti da qualche giorno ho ricevuto una lettera dell’INPS con cui mi chiedono 6.000 euro da restituire con un bollettino postale in unica soluzione. Mi hanno in pratica ricalcolato la pensione spettante andando indietro di diversi anni e mi hanno confermato che ho preso una pensione più alta di quella che mi spettava. Non so davvero cosa fare anche perché io non ho fatto niente e l’INPS mi ha dato la pensione che effettivamente ha pensato di darmi. La pensione non la chiedo io, o meglio non la calcolo io. Cosa si può fare? Il mio patronato mi ha detto che non c’è davvero niente da fare è che potrei soltanto scegliere di andare all’INPS a verificare se è possibile rateizzare il pagamento. Inoltre mi hanno detto che se non pago, corro il rischio che mi bloccano la pensione o quantomeno che me taglino. Già prendo una pensione inferiore a 600 al mese. Così rischio di prendere davvero una cifra irrisoria.  Cosa suggerite?”  

Quando e perché l’INPS chiede soldi indietro al pensionato 

Statistiche alla mano un buon 30% nei pensionati con assegni integrati al minimo ricevono lettere per così dire “minatorie” da parte dell’INPS  Con cui l’Istituto chiede soldi indietro per pensioni di importo sbagliato a favore del pensionato.

In genere si arriva a questo punto per due ragioni. Una può dipendere direttamente dall’INPS mentre l’altra dal pensionato stesso. In base all’evento, cambia tutto per il pensionato. Quando è l’INPS che ha sbagliato i calcoli ed ha commesso alcuni errori, erogando una pensione più alta di quella dovuta, non sempre può chiedere soldi indietro al pensionato. In pratica, quest’ultimo puo salvarsi dal dovere i soldi all’INPS. 

Bisogna adire le vie legali quasi sempre 

A dire il vero al contrario di quello che dicono molti siti e molti giornali, l’INPS ha il diritto di chiedere i soldi indietro al pensionato, soprattutto per quelle prestazioni che hanno una parte del loro importo collegata ai redditi o ad altre situazioni contingenti. Se l’errore nella liquidazione della pensione è stato commesso dall’INPS, l’istituto potrebbe comunque chiedere i soldi indietro al pensionato. Usiamo di proposito il condizionale perché deve essere il pensionato che ha ricevuto la lettera ad adoperarsi per cancellare la pendenza e per dimostrare che l’errore non dipende da lui. Il fatto che dappertutto si legge che l’INPS non può chiedere soldi indietro se l’errore l’ha commesso l’Istituto, dipende dal fatto che alcune sentenze dei tribunali hanno dato ragione ai ricorrenti. Sentenze che hanno creato il classico precedente, da utilizzare per i ricorsi degli altri. Ma che non esulano il diretto interessato dal dover adire le vie legali. 

Attenzione massima al modello RED 

Ricapitolando, se il nostro lettore è sicuro di ciò che ha fatto e che l’errore dipende dall’INPS, ha il diritto di presentarsi da un legale e chiedere l’annullamento di quella che in effetti sembra una cartella esattoriale. Anche perché l’importo richiesto è piuttosto elevato e probabilmente ci sono anche degli errori di calcolo della parte dell’INPS.

si può tranquillamente ipotizzare che l’Istituto è andato troppo indietro nelle richieste. Il nostro consiglio quindi è approfondire l’argomento. Però bisogna fare attenzione ad un fatto assai importante che può rischiare di andare a compromettere ancora di più la situazione del nostro lettore che ha sottolineato di ricevere dall’INPS una pensione inferiore a 600 euro al mese. È probabile che sia una pensione integrata al minimo e su cui il pensionato gode di maggiorazioni sociali, assegni familiari, quattordicesima e così via. Si tratta di quelle somme aggiuntive sulla pensione che servono per far salire di importo una pensione minima. Tutto come previsto dalle normative vigenti in materia previdenziale è tutto come l’INPS in genere applica.   

Pensione variabile ogni anno, per diversi motivi  

Un pensionato in genere gode di una pensione fino alla fine dei suoi giorni. Ma l’importo della pensione non resta lo stesso per tutta la vita. Innanzitutto perché ogni anno viene adeguata al tasso di inflazione e quindi aumenta in base all’aumento del costo della vita. Inoltre l’assegno è commisurato a determinate condizioni reddituali, soprattutto sei gode di quelle somme aggiuntive prima citate. In altri termini l’INPS eroga le maggiorazioni o integra al minimo la pensione in base ai redditi del singolo pensionato. Ma in via provvisoria. Dal momento che i redditi sono suscettibili di variazioni a livello annuale, l’INPS chiede al pensionato di provvedere ad un adempimento ogni anno. Si tratta del modello RED che tra l’altro sta iniziando ad arrivare a casa dei pensionati per il 2023. Con il modello RED l’interessato deve indicare le variazioni reddituali intervenute in un anno nel suo nucleo familiare. Modello che può servire all’INPS per calcolare il diritto a determinate prestazioni e quindi per calcolare la pensione effettivamente spettante.  

Quando l’errore lo commette il pensionato 

L’approfondimento è necessario per spiegare al nostro pensionato che se non ha provveduto per tempo ad inviare il modello RED, le richieste dell’Istituto potrebbero essere assolutamente fondate.

In questo caso l’errore che ha scatenato l’importo erroneo della pensione percepita è stato commesso dal pensionato stesso e nulla potrà essere obbiettato all’INPS. In questo caso l’unica soluzione per difendersi sarebbe quella di provvedere ad approfondire l’argomento, indicando i redditi della annualità di assenza del modello RED che hanno generato la richiesta. Perché se i redditi erano quelli utili alle maggiorazioni, l’INPS potrebbe rivedere la situazione debitoria dell’interessato.