Ha dell’incredibile la storia che è stata raccontata da Myrta Melino su La 7 e ripresa dalla stampa: due giovani sposi che si sono visti chiedere la tassa sui regali di nozze. Il Fisco, infatti, non ha creduto al loro matrimonio considerando Giulia e Nicola, questi i loro nomi, due evasori fiscali e quindi li ha multati. Riepiloghiamo i fatti per fare chiarezza sulle dinamiche.

Soldi in regalo per le nozze: il Fisco può chiedere le tasse?

Come fanno molte coppie ormai, i due giovani non chiedono agli invitati regali e liste nozze ma soldi.

Questa scelta gli sarebbe costata 4 mila euro di multa (quasi la metà di quanto ricevuto a titolo di regalo per le nozze dagli invitati). Il motivo? Troppo tempo per depositare in banca i 9 mila euro.

Lei ha raccontato di essere partita per una borsa di studio subito dopo le nozze e per questo ha depositato il denaro un mese dopo la cerimonia; il marito si è recato in banca dopo 15 giorni ma anche questo lasso temporale è stato ritenuto dal Fisco troppo lungo e quindi è venuto meno il vincolo tra regali e matrimonio. Il sospetto è che quei contanti siano frutto di operazioni di evasione.

I fatti risalgono al 2014, anno delle nozze. La protagonista della vicenda probabilmente sperava si trattasse di un errore burocratico facilmente risolvibile. Invece ha scoperto che l’onere della prova ricadeva proprio su di loro: “l’assistente tributarista ci ha detto che non avevamo strumenti per dimostrare quello che affermiamo. E l’onere della prova spetta a noi”.

Anche gli invitati potrebbero essere soggetti a controlli fiscali: secondo la ricostruzione potrebbero aver emesso gli assegni al fine di nascondere i guadagni in nero degli sposi. Il Fisco ha chiesto prove dell’avvenuta celebrazione delle nozze: “non siamo stati in grado di fornire prove sufficienti. Ed è arrivata la sanzione di 4 mila euro. Come se fossimo evasori”.

Sui social Giorgia Meloni ha commentato la vicenda: “un altro episodio, l’ennesimo, di uno Stato maniaco che si dimostra debole con i forti, ma forte con i deboli. Basta!”.