Lo smart working semplificato è stato introdotto in concomitanza con lo stato di emergenza. Dunque, salvo proroghe, scadrà il 31 marzo 2021. Fino a questa data, tra le altre cose previste in questa modalità, i datori di lavoro avranno la facoltà di comunicare in via telematica al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali i nominativi dei lavoratori e la data di fine della prestazione di lavoro agile semplificato. I dipendenti potranno lavorare da casa, anche utilizzando il proprio pc personale.

Chi può continuare a lavorare in smart working: tutele speciali

Ci sono alcuni casi speciali che potrebbero/dovrebbero fare eccezione.

Pensiamo, in primis a lavoratori fragili o con disabilità grave ma anche a chi ha figli minori di 14 anni (qualora non si regolarizzi la frequenza scolastica).

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Smartworking per il pubblico impiego: ultimi giorni?

La proroga dello smartworking per i lavoratori pubblici ha concesso questa modalità fino al 31 gennaio 2021. In questo comparto, dunque, la scadenza è ancora più imminente. Si veda a questo proposito quanto stabilito dal Decreto del 23 dicembre 2020 del Dipartimento della Funziona Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 31 dicembre 2020. Tutto è ora nella mani del ministro per la PA, Fabiana Dadone. Senza firma di un nuovo decreto, le amministrazioni pubbliche saranno tenute a garantire lo smart working a rotazione del 50% del personale solo fino a fine mese.

 

Lo schedule delle presenze in ufficio dovrà tenere conto, come fatto finora, di alcune situazioni particolari e di priorità. Oltre alle esigenze dei lavoratori fragili, bisognerà considerare la presenza di figli minori e la distanza tra sede di lavoro e abitazione privata. Canale preferenziale per lavorare da casa anche per chi ha condizioni di salute particolari. Alcuni lavoratori, inoltre, potrebbero volontariamente preferire, per diverse ragioni, il rientro in ufficio.