Cambiano – ancora – le regole dello smart working in Italia. Con il decreto proroghe, approvato il 29 aprile, nuove disposizioni sono state emanate in merito al lavoro agile negli uffici della Pubblica Amministrazione. Dalla soglia minima del 50% al rientro in ufficio: vediamo, nel concreto, che cosa è cambiato.

PA e lavoro agile: come cambia per i dipendenti pubblici

Con il decreto-legge n. 34 del 19 maggio 2020, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 77 del 17 luglio 2020, diverse modifiche sono state apportate alla disciplina del lavoro agile nelle amministrazioni pubbliche.

A seguito dell’emergenza Covid in Italia, infatti, si è fatto ricorso allo smart working anche negli uffici della PA. Pertanto, le amministrazioni, fino alla definizione della disciplina del lavoro agile da parte dei contratti collettivi (ove previsti) e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2021, hanno la possibilità di:

  • organizzare il lavoro dei propri dipendenti e l’erogazione dei servizi attraverso la flessibilità dell’orario di lavoro, rivedendone l’articolazione giornaliera e settimanale;
  • introdurre la modalità di interlocuzione programmata, anche attraverso soluzioni digitali e non in presenza con l’utenza;
  • ricorrere al lavoro da remoto con le misure semplificate.

Con il decreto proroghe (DECRETO-LEGGE 30 aprile 2021, n. 56) è stata annullata la soglia minima del 50% per i dipendenti che riprendono a lavorare in presenza. Ciò che cambia, in pratica, è che venuto meno l’obbligo di far lavorare da remoto un dipendente pubblico su due.

Pubblica amministrazione, si torna in ufficio: le regole per i lavoratori in smart working

Il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, a inizio maggio aveva annunciato il ritorno in ufficio per i lavoratori della Pubblica Amministrazione. Seguendo le riaperture di negozi e attività commerciali, dunque, anche gli uffici della PA avrebbero riaperto al pubblico.

Venuto meno – come spiegato sopra – il limite del 50% dei dipendenti in presenza e da remoto, il ministro ha dettato nuove regole per le attività in presenza.

Di fatto, dopo l’approvazione del decreto proroghe, possono continuare a lavorare da casa tutti i dipendenti e i funzionari della PA che non svolgono attività per cui è richiesta la presenza in ufficio e l’interazione con l’utenza.

Il ricorso allo smart working nella pubblica amministrazione, inoltre, non sarà più legato al principio dei numeri. Gli uffici, quindi, non saranno tenuti a rispettare una percentuale (come quella precedente del limite al 50%). Da maggio in poi, infatti, attività e turni dei dipendenti PA dovranno essere organizzati tenendo conto dei principi di efficienza, efficacia e customer satisfaction.

Ovviamente, fino a quando l’emergenza sanitaria in Italia non sarà rientrata del tutto, ogni presenza in ufficio dovrà essere subordinata anche al rispetto delle misure anti Covid. Turni, servizi e attività dovranno quindi tenere conto di questo.

“Via tutte le rigidità, flessibilità e piena autonomia”, ha dichiarato Brunetta, annunciando un periodo di “sperimentazione indotta dalla pandemia” finalizzato ora a trovare nuove soluzioni che puntino all’efficienza e al miglioramento della Pubblica Amministrazione.