Camminare per strada e avere un incidente per via della poca illuminazione o per via di un marciapiede rotto. Oppure circolare con la propria auto e finire in un tombino aperto o in una grossa buca e danneggiare braccetti, cuscinetti e veicolo in genere. Tutte cose, queste, abbastanza comuni. Cose che possono capitare. A volte però sono incidenti che finiscono con il minare, oltre allo stato di salute del malcapitato, anche la situazione economica dello stesso. C’è chi non può andare a lavorare dopo un evento sfortunato come questo.

Ma chi paga i danni, sia fisici che patrimoniali a seguito di un infortunio di questo genere? Una domanda comune a molti perché parliamo di eventi piuttosto frequenti.

“Salve, mi chiamo Romeo e sono il titolare di una cartolibreria. Da due settimane sono a letto con una caviglia ingessata. Purtroppo mentre tornavo dal lavoro una sera, sono finito dentro un tombino, che non si sa perché, era aperto. E mi sono rotto la tibia. Non mi ero reso conto di un autentico buco per terra, anche perché la strada non era illuminata dai lampioni. Devo restare 40 giorni a riposo e non posso nemmeno aprire il negozio. Due volte a settimana ci va mia sorella ad aprire, ma solo quando lei non lavora. Oltre al danno la beffa. Sto perdendo soldi oltre ai danni fisici che ho avuto. Voglio valutare un eventuale risarcimento dei danni. A chi li chiedo, al Comune? E se sì, come posso fare?”

La normativa sulla sicurezza dei cittadini da eventi e infortuni di cui ha colpa il Comune

Il Comune è tenuto a garantire la sicurezza dei cittadini. Questa è la regola base che vale per ogni ente pubblico che gestisce strade, vie e territori. E il caso del nostro lettore è uno di quelli che oltre a essere meritevole di attenzione, potrebbe dare diritto al risarcimento dei danni.

A dire il vero di situazioni di questo genere i Tribunali sono stracolmi. Ed è proprio la giurisprudenza che si è occupata a più riprese di situazioni di questo tipo. E come sempre la giurisprudenza crea i precedenti che servono per situazioni analoghe successive.

Per esempio, come scrivono sul quotidiano di informazione legale “laleggepertutti.it”, la sentenza n° 877 del Tribunale di Trani in Puglia, costrinse il Comune a risarcire il danno a un cittadino che inciampò in una grata di areazione sul marciapiede. Risarcimento a carico del Comune nonostante si trattasse di una grata per areazione di un magazzino privato sottoposto.

Risarcimento parziale per i danni subiti per colpa del Comune, ecco quando ciò accade

In quel caso però il risarcimento stabilito dal Giudice fu parziale. E la motivazione è stata che se da un lato il Comune deve garantire l’incolumità e la sicurezza degli avventori, anche il pedone deve prestare attenzione ai pericoli. Per il nostro lettore però ci sono le condizioni per il risarcimento totale. Perché per gli ermellini conta la consapevolezza del pericolo. Essendo poco illuminata la strada dove il nostro lettore ha avuto l’incidente, è evidente che l’evento non nasca dalla poca attenzione del malcapitato. Responsabile il Comune oltre che per poca manutenzione del tombino, anche per il lampione della pubblica illuminazione spento.

A volte, però, si può arrivare al concorso di colpa. Se la responsabilità del Comune è evidente come la poca attenzione del cittadino, non sempre il risarcimento può avere luogo, o quantomeno, può essere totale. Conta la visibilità della strada, l’orario dell’evento e tante altre situazioni contingenti. Resta il fatto che il Comune che consente agli avventori di accedere a una determinata zona del suo territorio, deve garantire la giusta manutenzione ai fini della sicurezza.

Le responsabilità del Comune devono essere chiare e oltre ogni dubbio

Nel caso di specie del nostro lettore, le responsabilità del Comune sono molteplici e ci sono discrete possibilità di riuscire a ottenere il risarcimento sia dei danni fisici che di quelli da mancato guadagno. Ma serve che il lettore si dia da fare per provvedere alla richiesta. l cittadini che intendono richiedere i danni a seguito per responsabilità del Comune, devono presentare la richiesta in forma scritta e al Comune stesso. Per fare questo nell’istanza vanno inseriti oltre ai dati del malcapitato, anche la dinamica dell’evento con le osservazioni inerenti l’accaduto. Bisogna fare riferimento eventualmente a interventi delle Forze dell’Ordine e a eventuali testimoni (di cui vanno inserite le generalità). E bisogna allegare anche le copie dei certificati medici da cui si evinca il danno fisico subito.

Ogni comune ha una assicurazione contro questi eventi. E sarà proprio la compagnia di assicurazione, dopo aver ricevuto l’istanza che il Comune ha ricevuto e inoltrato, ad avviare le pratiche. Che vanno in primo luogo nell’appurare gli eventi e valutare le eventuali responsabilità del Comune e la quantificazione del danno.

Ecco quando si finisce in Tribunale per chiedere il risarcimento al Comune

Se la compagnia assicuratrice non liquida nulla o liquida un danno che l’interessato reputa inferiore a quello reale, si passa alla causa in Tribunale. Nei casi in cui la valutazione del risarcimento non soddisfi il ricorrente, si passa a un giudizio dinanzi all’autorità giurisdizionale competente. Al riguardo va detto che per cause di importo basso come risarcimento, ovvero fino a 1.100 euro, basterà rivolgersi al Giudice di Pace e senza pagare le spese di avvio del procedimento. L’onere di provare le responsabilità del Comune ricade sul richiedente il risarcimento. Ma è evidente che le maggiori difficoltà da questo punto di vista le troverà il Comune.

Infatti sull’ente ricade l’obbligo di dimostrare come le motivazioni di un incidente e le responsabilità proprie dal richiedente, non siano realistiche.

In pratica, sul danneggiato l’onere di provare che il Comune abbia responsabilità. Mentre per il Comune l’onere, più complicato, di provare che le cose dette dal danneggiato sono false.