La Legge che tutela il disabile e i suoi familiari si chiama Legge 104. Si tratta dell’insieme di norme e misure destinate agli invalidi e ai loro familiari. Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone affette da invalidità, questo il nome esatto della Legge. Anche se può sembrare strano che uno voglia rinunciarvi, a volte c’è chi ai benefici di questa Legge vorrebbe fare a meno. In genere questa situazione riguarda familiari di un disabile che sfruttano i permessi retribuiti, cioè quelli dei famosi 3 giorni al mese.

Ma altre volte possono capitare casi particolari come quello illustrato da una nostra lettrice.

“Buonasera, vorrei che mi risolveste un forte dubbio. Mio nipote di 8 anni, con difficoltà di linguaggio, dopo un ciclo di logopedia con buoni risultati e dopo aver ottenuto il 78% di disabilità, ha ottenuto i benefici della Legge 104. Il bimbo frequenta la classe quarta della scuola primaria e le maestre, salvo alcuni casi di distrazione e poca attenzione, ci hanno detto che è perfettamente inserito. In pratica le difficoltà non si notano nemmeno, tant’è vero che va benissimo anche a scuola. Mia figlia si trova in una situazione particolare, perché crede che per via della 104 potrebbe avere difficoltà future, anche solo per prendere la patente di guida per esempio. Le maestre gli hanno proposto un piano individuale con sostegno, cosa che stride con il miglioramento e con la perfetta integrazione del bambino nella classe. Ci chiediamo in famiglia se sia possibile eliminare la legge 104 a favore del bambino, o meglio se potremmo rinunciare a questi benefici che potrebbero rendere mio figlio diverso dagli altri.”

Legge 104 e bambini minori, i dubbi delle madri

La disabilità dei bambini è argomento piuttosto delicato. Molte famiglie hanno quasi paura di andare ad ottenere i benefici che la Legge offre ai disabili, per via delle paure che un figlio da grande venga etichettato male.

Naturalmente parliamo di disabilità che possono concedere questi dubbi, perché per le situazioni gravi il discorso cambia. I disturbi nell’apprendimento non vengono considerati, il più delle volte come gravi. Infatti per questo genere di problematiche non è automatico l’utilizzo nemmeno dell’insegnante di sostegno. A meno che questi disturbi non provengano da patologie che invece prevedono l’utilizzo di questo insegnante. O ancora, nel caso in cui la scuola comunque dia questa disponibilità alla famiglia per scelta interna. In genere è la famiglia che chiede l’insegnante di sostegno per il figlio, ma anche se ottenuto ed utilizzato, per quanto detto prima, sempre la famiglia può rinunciare. Basterà comunicare la richiesta di rinuncia alla scuola di appartenenze e rendere edotte di questa scelta le ASL.

Rinunciare al sostegno non significa rinunciare agli altri benefici della Legge 104

Per completezza di informazione va detto che la rinuncia all’insegnante di sostegno non fa perdere il diritto a godere delle altre agevolazioni per la Legge 104. In sostanza, non è rinunciando al sostegno che si rinuncia alla Legge 104. La nostra lettrice per sua figlia e nipote, può benissimo dare maggiore autonomia al piccolo togliendogli il sostegno. Se il problema che sembra abbiamo compreso nel quesito è questo. Inutile rinunciare alla Legge 104 quindi, almeno al momento.

Si può rinunciare ai benefici della Legge 104?

Per quanto concerne la rinuncia autonoma ai benefici della Legge 104 il discorso è differente. In primo luogo va detto che spesso i benefici della Legge 104 vengono concessi a termine. Cioè solo per un determinato periodo e assoggettati a revisione. In questo caso, se le competenti commissioni mediche delle ASL lo riterranno opportuno e le condizioni del disabile siano diventate differenti da quelle che hanno dato luogo alla concessione iniziale del beneficio, questo può essere revocato.

Nulla vieta anche la rinuncia da parte dei beneficiari. Nel caso questi fosse il parente del disabile che gode dei permessi mensili, la rinuncia può farla lui stesso sia comunicandola al datore di lavoro che all’INPS. Se invece il quesito riguarda problematiche future del bambino che crescendo potrebbe avere difficoltà in settori quali il lavoro per esempio, tutto cambia. La rinuncia può farla lui stesso una volta maggiorenne. Infatti nulla vieta di rinunciare ai benefici di questa Legge per scelta personale. Un consiglio univoco come quello che ci chiede la nostra lettrice non può essere dato subito visto che molto cambia da caso a caso. Una cosa da dire però è che forse sarebbe meglio rimandare la scelta a quando il bambino crescerà. Anche perché se la problematica attuale è la scuola, come detto prima la soluzione c’è.