Si può fare domanda del reddito di cittadinanza per conto di un’altra persona e a sua insaputa? Potrebbe sembrare assurdo anche perché sappiamo che, per compilare la richiesta, occorrono dati e documenti che certifichino i requisiti. Eppure è quello che è successo a Salerno. Vittima della truffa una donna che, oltre al RdC, lo scorso febbraio aveva presentato la certificazione Isee per poter accedere al beneficio del pacco alimentare erogato da una chiesa del posto. Ad aprile aveva ricevuto regolarmente il sussidio, avendone diritto.

Poi però l’erogazione è stata bloccata perché all’Inps è risultata un’incongruenza nei dati Isee. E il problema è che risultava un’altra domanda a suo nome, non compilata da lei. La Procura locale ha aperto un’indagine configurando il reato di truffa aggravata.

Nella sua denuncia, la donna ha raccontato che a febbraio aveva inoltrato la certificazione Isee per ricevere il pacco alimentare in chiesa. Dopo essersi rivolta anche al suo patronato ha realizzato di essere stata probabilmente vittima di una truffa messa in piedi da un altro Caf che si sarebbe appropriato dei suoi dati personali. Ricostruendo i fatti, la donna ha dichiarato che il pacco alimentare le era stato consegnato in presenza di una responsabile di un altro patronato, che è proprio quello dal quale risulta inviata la seconda domanda per il reddito di cittadinanza a suo nome, quella non autorizzata. Avendo subìto danni economici importanti, la donna ha chiesto il risarcimento.

Proprio in questi giorni la Guardia di Finanza sta intensificando i controlli contro le truffe del RdC e le sanzioni sono molto severe per chi trasgredisce le regole e fa il furbetto. Finora questa attività di controllo ha portato alla luce soprattutto casi di lavoratori in nero che usufruivano del sussidio. In questo caso la situazione è diversa perché la donna è essa stessa vittima della truffa sulla domanda del Reddito di Cittadinanza a suo nome e a sua insaputa.