Gli sgravi fiscali favoriscono le assunzioni giovani ma al contempo incidono sulla pensione futura. E’ la conclusione a cui è giunta l’analisi fatta da Domenico Proietti, segretario della Uil in merito alla proposta di inserire la possibilità di decontribuzione per chi assume giovani stabilmente nella prossima Legge di bilancio (meno 50% per i primi 2-3 anni). Attenzione quindi a non tenere in considerazioni gli effetti di questi sgravi fiscali in un’ottica pensionistica, a meno che la misura non venga interamente fiscalizzata per scongiurare impatti sul futuro pensionistico dei lavoratori.

La soluzione della Uil per rendere più equa la riforma è dunque quella di applicare la decontribuzione anche all’aliquota a carico del lavoratore che vedrebbe così aumentare il proprio reddito disponibile. Senza questa accortezza, secondo le stime, un lavoratore con reddito di 20.660 euro lordi annui vedrebbe un cale nell’assegno di pensione pari a 59 euro (ovvero circa il 3% del proprio trattamento). Prendendo invece a riferimento a titolo di esempio sempre lo stesso reddito medio ma considerando anche la decontribuzione dell’aliquota, al contrario si avrebbe un aumento in busta paga di circa 74 euro lordi mensili.

Queste quindi le considerazioni preventive fatte dai sindacati in un’ottica di previsione della nuova misura. Resta da capire anche che cosa intenda eventualmente la legge con “giovani”. Quale limite di età sarà preso in considerazione? Di norma queste agevolazioni si applicano agli under 35 ma non è escluso, per un’esigenza di contenere i costi della misura, di riconoscere gli sgravi solo per i giovanissimi entro i 29 anni. Parallelamente a questo binario è spuntata anche l’ipotesi di una pensione di garanzia. La questione sarà al centro del prossimo confronto con le parti sindacali agli inizi di settembre.

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