Chi diffonde foto di un minore nudo rischia di macchiarsi di reato di divulgazione di materiale pedopornografico, ma non sempre.

Se la foto del minore nudo, infatti, è un selfie erotico scattato dal minore stesso, non si commette alcun reato poichè il reato in questione, secondo la Corte di Cassazione, presuppone l’uso strumentale del minore che nel caso del selfie è escluso.

Come tutti ben sappiamo, il codice penale punisce con la reclusione da 6 a 12 anni e con una multa da 12mila a 240mila euro chi utilizza minori per la realizzazione di materiale pornografico.

Per chi, invece, si limita alla divulgazione di detto materiale la pena è la reclusione da 1 a 5 anni e la sanzione da 2582 a 51.645 euro.

Il reato, però, scatta solo quando a fare la foto o girare il filmato è stata una terza persona.  Se lo scatto è stato realizzato dallo stesso minore, con un selfie appunto, il reato non si commette. Se a scattarsi un selfie erotico, ritraendosi nudo, è il minore, chi riceve l’immagine e la inoltra a terzi non commette nessun reato legato alla pornografia minorile.

A chiarirlo una sentenza della Corte di Cassazione, la numero 11675 del 21 marzo 2016 che, però, allo stesso tempo evidenzia un vuoto legislativo a tutela dei minori: tale mancanza, infatti, espone i più giovani alla divulgazione di immagini che potrebbero comprometterne la reputazione. Essendo, però, al riguardo la legge molto chiara, non può essere interpretata in maniera diversa e fintanto che non si provvederà diversamente la divulgazione di un selfie erotico di un minore non costituisce reato.