Assicurare un reddito minimo a tutti, o a un livello sotto cui nessuno scenda, quando non può provvedere a se stesso, non soltanto è una protezione assolutamente legittima contro rischi comuni a tutti, ma è un compito necessario della Grande Società (cioè dello Stato)“, affermava Friedrich von Hayek. Proprio questo sembra essere il concetto alla base del reddito di cittadinanza.

Quest’ultimo, infatti, è stato introdotto dal Movimento 5 Stelle con l’intento di offrire un supporto alle persone economicamente disagiate. Un intento indubbiamente nobile, che però si scontra con una triste realtà.

Ovvero le polemiche che tale sussidio ha portato con sé, perché sembra scoraggiare la ricerca di lavoro. Un punto di vista condiviso anche dall’esecutivo con a capo Giorgia Meloni che vuole apportare delle modifiche al reddito di cittadinanza.

Legge di bilancio 2023: al via periodo transitorio per l’abolizione del sussidio

In base a quanto riportato sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, il DDL Bilancio approvato dal Consiglio dei Ministri prevede un:

“periodo transitorio verso l’abolizione del reddito di cittadinanza. Dal 1 gennaio 2023 alle persone tra 18 e 59 anni (abili al lavoro ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età) è riconosciuto il reddito nel limite massimo di 8 mensilità invece delle attuali 18 rinnovabili. È inoltre previsto un periodo di almeno sei mesi di partecipazione a un corso di formazione o riqualificazione professionale. In mancanza, il beneficio del reddito decade come nel caso in cui si rifiuti la prima offerta congrua. Il reddito di cittadinanza sarà abrogato il 1 gennaio 2024 e sarà sostituito da una nuova riforma”.

Se ti tolgono il reddito di cittadinanza puoi fare ricorso?

Ma è legale togliere il sussidio a chi già lo percepisce? Ebbene, la risposta è affermativa. Questo perché il Governo ha la facoltà di intervenire sulla durata di una legge anche quando la stessa è ancora in essere.

Il reddito di cittadinanza, inoltre, non è un diritto acquisito. Si tratta, bensì di un trattamento di tipo assistenziale che verrà sostituito da altre forme di aiuto a sostegno delle persone economicamente disagiate.

Ad avvalorare la tesi che non si tratti di un diritto acquisito, poi, si annovera il fatto che il reddito di cittadinanza è misura temporanea. Al momento, infatti, ha una durata pari a massimo 18 mesi rinnovabili. Il governo, pertanto, può legittimamente togliere il reddito di cittadinanza agli attuali percettori. Per questo motivo ne consegue che quest’ultimi non potranno fare alcun ricorso.