Sei a casa ad accudire un tuo parente disabile. Fai tutto per farlo stare bene: visite specialistiche, dai le medicine e stai accanto a lui, anche solo per un piccolo sostegno morale.

Quest’anno però il tanto atteso premio produzione non arriva. Chiedi delucidazioni in azienda e le motivazioni del tuo superiore sono davvero frustranti. Non hai raggiunto gli obbiettivi prefissati a causa (anche) proprio di quei pochi permessi previsti per chi fruisce della Legge 104. Una vera è propria ingiustizia.

Qualche giorno fa, per fortuna, la Corte di appello di Torino ha emanato una storica sentenza, che ha ribaltato questa situazione.

Per i giudici: “la decurtazione dal premio dei permessi 104 realizza una discriminazione in quanto l’assenza dipende direttamente dalla disabilità”. Vediamo meglio cosa è successo.

Legge 104, cos’è e a chi spetta?

Con la legge 104, sostanzialmente, ai lavoratori disabili o con familiari disabili vengono riconosciuti fino a tre giorni di permessi mensili retribuiti (anche frazionabili in ore, il prolungamento del congedo parentale ed altro ancora.

I permessi riconosciuti variano in base ad altre specifiche situazioni, ad esempio se il disabile sia il coniuge o altro parente, o in base all’età del figlio disabile.

Sono previste anche agevolazioni di altro tipo, come per esempio gli sconti per l’acquisto di dispositivi sanitari e tecnologici indispensabili o comunque utili al fine di gestire la disabilità, esenzione totale o parziale dal pagamento delle tasse universitarie ecc.

La sentenza che scioglie i dubbi

I permessi 104 non possono essere oggetto di esclusione dai premi aziendali. A stabilirlo è stata la sentenza n. 212 del 14 giugno 2022 della Corte di appello Torino.

La questione ha visto come protagonisti un gruppo di lavoratori che non avrebbero ricevuto un premio aziendale proprio a causa delle assenze dal lavoro per accudire un proprio familiare disabile. Tali lavoratori avrebbero fatto ricorso, ma è stato respinto dai giudici primo grado.

L’azienda ha sostenuto che anche le assenze degli altri dipendenti non sono state conteggiate in caso di malattia. Lo stesso trattamento è stato quindi adottato anche per chi si è assentato dal lavoro fruendo dei permessi previsti dalla Legge 104.

La Corte di appello, ad ogni modo, ha ribaltato la sentenza di primo grado, stabilendo che:

“la decurtazione dal premio dei permessi 104 realizza una discriminazione in quanto l’assenza dipende direttamente dalla disabilità”.

Dunque, il bonus spetta anche a questi soggetti e all’azienda non resta altro che pagare i premi previsti.