Il Miur è responsabile di quanto accade agli studenti mentre salgono e scendono dallo scuolabus poiché su queste operazioni deve vigilare il personale dell’istituto. Per questo motivo la Corte di Cassazione ha stabilito che il Ministero dell’Istruzione deve risarcire la famiglia dello studente investito dallo scuolabus fuori della scuola: il personale dell’istituto è tenuto a sorvegliare gli alunni fino a che essi non siano saliti sul bus e attendere quest’ultimo se è in ritardo.

Una sentenza che scaturisce da una tragedia: dopo 3 gradi di giudizio la Corte di Cassazione, con l’ordinanza 21593 del 2017 depositata il 19 settembre, i giudici hanno stabilito che in caso di morte dello scolaro a seguito di investimento da parte dello scuolabus il MIUR è responsabile e deve risarcire i genitori dei danni subiti liquidando il danno non patrimoniale in base alle tabelle di Milano.

Il personale della scuola, secondo il regolamento scolastico, infatti, è tenuto a vigilare gli alunni mentre salgono e scendono dallo scuolabus fino all’affidamento, quindi, dei minori al personale del mezzo di trasporto. Il Miur, secondo gli Ermellini è corresponsabile dell’incidente al 20%, insieme al Comune (40% di responsabilità)  e l’autista (40% di responsabilità).

La Corte di Appello, così come confermato poi anche dalla Cassazione, aveva stabilito un risarcimento per ciascun genitore pari a 244.600 euro calcolando il valore medio del danno causato dalla perdita di un familiare indicato nelle tabelle di Milano per i danni non patrimoniali. Proprio in base al regolamento scolastico, tra l’altro, il MIUR risulta responsabile poiché i ragazzi erano stati lasciati liberi all’uscita della scuola mentre la custodia era dovuta fino all’affidamento dei minori al personale del trasporto. Anche se l’incidente, quindi, si è svolto all’esterno dell’istituto scolastico, un luogo dove non si estenderebbe l’obbligo di vigilanza sui minori, il regolamento stabilisce che la vigilanza deve continuare anche qualora il mezzo di trasporto sia in ritardo e, quindi, fino al momento in cui la sorveglianza del minore venga presa dal personale addetto.