A scuola a settembre in tutta sicurezza e con classi ridotte. Regole semplici e chiare: mascherine e maggiore distanziamento fra alunni, non ci sono altre soluzioni per prevenire il Covid-19.

A sostenerlo con forza è il presidente della Campania Vincenzo De Luca che non manca di prendersela con il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina per la confusione ingenerata in queste ultime settimane nel mondo della scuola in previsione della riapertura a settembre.

De Luca contro il ministero dell’Istruzione

Non ci sono parole per gli elementi di dilettantismo e superficialità dimostrata in queste settimane dal Ministero della Pubblica istruzione in relazione alle problematiche per l’apertura del prossimo anno scolastico”.

Con queste parole De Luca non manca di tirare una frecciata alla ministra dell’Istruzione Azzolina sulla messa in sicurezza delle scuole in vista dell’apertura dell’anno scolastico. Sono più di tre mesi che si va ripetendo che la scuola non può ripartire senza regole certe. Dapprima si ipotizzava didattica ancora a distanza per alcuni mesi, poi didattica un po’ a distanza e un po’ in aula, infine tutti in aula ma con divisori in plexiglass sui banchi. Ma costa troppo e non si potrà fare. Intanto il virus non è sconfitto e il rischio che possa tornare virulento in autunno è concreto. Così, rispetto a tre mesi fa nulla è cambiato: si continua a promettere che andrà tutto bene, che la scuola ripartirà il 14 settembre, ma come non si sa  e nemmeno con chi. Ci sono 85 mila cattedre vacanti, mancano docenti, manca personale Ata e, soprattutto, non sono ancora stati organizzati gli spazi da utilizzare in sicurezza.

Governo preoccupato più per gli albergatori che per l’istruzione dei giovani

Sembra il regno della confusione e dell’incertezza, dove il governo si sta preoccupando più per le vacanze degli italiani e per gli albergatori che per l’istruzione.

Ribadiremo in tutte le sedi – dice De Luca – l’urgenza di assumere decisioni in relazione agli organici e alla definizione di linee guida che non siano astratte e tendenti a scaricare responsabilità su dirigenti, insegnanti e personale scolastico, oltre che sugli enti locali, senza peraltro fornire le indispensabili risorse. Saremo vicini alle famiglie al mondo della scuola, e sosterremo la loro battaglia nelle prossime settimane. In particolare, tra l’altro, sugli incrementi degli organici di fatto per personale docente, Ata, e personale amministrativo; sulla proroga dei contratti in essere fino a nuova nomina, sui fondi per l’edilizia e per gli arredi“.

Campania, avanti da soli senza perdere tempo

Se la scuola a settembre non ripartirà, non sarà certamente per colpa dei dirigenti scolastici o dei docenti. La ministra Azzolina ha chiesto 2,5 miliardi di euro per mettere in sicurezza le scuole, ma – a conti fatti – ne servirebbero quattro volte tanto. E questo lo sa anche il governo. Così, la sensazione, a due mesi dalla ripartenza, è che si torni a fare lezione online, nella maggior parte dei casi, con specifiche distinzioni fra una regione e l’altra in base ai casi di coronavirus che verranno evidenziati di volta in volta. Anche perché la crisi renderà molto più difficile che un docente del sud migri nel nord per fare la fame con lo stipendio decurtato dal carovita. Così De Luca avverte i sindaci invitandoli a fare da soli, a organizzarsi a mettere in sicurezza le aule dotando di mascherine tutti quanti, senza aspettare le direttive del Ministero. Costi quel che costi, anche la denuncia penale.