Lo scontrino elettronico non semplifica la vita. Anzi, pare complicare ulteriormente le cose. Dal 1 gennaio 2020 è infatti attiva la trasmissione da parte degli esercenti dei dati fiscali in tempo reale al fisco mediante scontrino elettronico.

Al nuovo sistema devono attenersi obbligatoriamente artigiani, albergatori, ristoratori, partite Iva al regime dei minimi e forfettari con redditi annui inferiori ai 65.000 euro e tutti quegli operatori economici che emettono ricevute fiscali. Nel complesso si tratta di oltre 2 milioni di attività. Ma il passaggio al nuovo sistema, già attivo da sei mesi per coloro che fatturano più di 400.000 euro all’anno, sta dando non pochi grattacapi agli esercenti.

Secondo il Consiglio Nazionale dei Commercialisti, l’introduzione dello scontrino fiscale è un’operazione che ancora oggi stenta a decollare, essendo ancora molti gli operatori che hanno avuto difficoltà nell’implementazione dei nuovi registratori di cassa telematici o degli altri strumenti necessari per il nuovo adempimento“.  Ad affermarlo esplicitamente in una nota sono i consiglieri nazionali dei commercialisti delegati alla fiscalità, Gilberto Gelosa e Maurizio Postal, che sottolineano come “anche una volta risolti i problemi in campo, il ricorso alla professionalità dei commercialisti resterà imprescindibile“.

Le difficoltà oggettive e la moratoria di sei mesi

E che le difficoltà siano oggettivamente palpabili è dimostrato dal fatto che “è stato lo stesso legislatore a prevedere, nei primi sei mesi di vigenza dell’obbligo, la cosiddetta moratoria sulle sanzioni, ossia l’inapplicabilità delle sanzioni in caso di trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri entro il mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione, fermi restando i termini di liquidazione periodica dell’imposta“, spiegano i commercialisti.

I nuovi registratori telematici

Secondo il Consiglio nazionale della categoria, infatti, l’obbligo scattato dal 1 gennaio di inviare all’Agenzia delle Entrate i dati relativi agli scontrini elettronici, riguardante tutti i commercianti al minuto, che svolgono attività per le quali era obbligatorio emettere scontrini e ricevute fiscali, “è lungi dall’essere un elemento di semplificazione. Fino al prossimo mese di giugno – affermano Gelosa e Postal – chi non ha ancora attivato i registratori telematici potrà continuare a utilizzare i registratori di cassa già in uso ovvero le ricevute fiscali, a condizione che trasmetta i dati dei corrispettivi giornalieri entro il mese successivo. Ma anche per chi ha già attivato i registratori telematici restano alcuni nodi che saranno sciolti solo nei prossimi mesi, come la gestione dei corrispettivi non riscossi, dei ticket restaurant e dei corrispettivi delle imprese multiattività“.

Poca chiarezza e scarsità d’informazione

Anche da parte degli esercenti, si sollevano lamentele e vengono evidenziate difficoltà nella nuova gestione della trasmissione dei dati al fisco. L’utilizzo dei nuovi strumenti telematici non è semplice e vi è il timore che si possa incorrere in errori di tipo tecnico e quindi in sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate. Lo spot televisivo del Mef sembra più uno slogan propagandistico che un messaggio informativo al servizio del cittadino perché non fa alcuna chiarezza e contribuisce ad aumentare la confusione. Il messaggio sui corrispettivi telematici e presunti automatismi della contabilità, contiene mezze verità di un sistema rivoluzionario per le imprese che non può essere spiegato in pochi secondi, ma che richiederebbe una chiara, corretta ed approfondita informazione. Gli unici automatismi riguardano la contabilizzazione dei corrispettivi – dicono i tributaristi –  ma da qui ad una contabilità automatica ce ne passa. Del resto è proprio grazie alla contabilità che l’Erario incassa le tasse. Con lo scontrino elettronico semmai dovrebbe essere più facile scovare gli evasori. Nella guida dell’Agenzia delle Entrate infatti il termine “contabilità automatica” non viene mai menzionato.

Indispensabile l’aiuto dei commercialisti

Una volta risolte le criticità ancora oggi in campo un aspetto resterà tuttavia ineliminabile: la necessità di gestire con competenza e professionalità i flussi di dati più o meno automaticamente inviati all’Agenzia delle Entrate, così come, solo per fare qualche esempio, di tener conto del ciclo passivo, di dar conto nella contabilità delle innumerevoli norme che limitano la detrazione dell’imposta sotto il profilo sia oggettivo che soggettivo, nonché delle peculiarità dei diversi regimi speciali di applicazione del tributo“, concludono i commercialisti.