Lo sciopero di SDA, il corriere controllato da Poste Italiane, dura da più di un mese e le agitazioni sindacali stanno paralizzando nel vero senso della parola molte delle spedizioni in corso.

Il Gruppo ha fatto in modo di limitare i danni ma “La filiale di Milano-Carpiano è chiusa, le relative spedizioni sono gestite da quella di Milano-Buccinasco, eventuali richieste di ritiro in fermo deposito (svincolo) presso la filiale dovranno essere concordate con l’assistenza clienti” si legge sul sito internet di SDA.

La segretaria nazionale della Filt Cgil, Giulia Guida, dichiara che i tre quarti dei 7000 addetti degli appalti SDA rischiano di essere espulsi dal ciclo produttivo “A noi risultano avviate procedure di licenziamento in tutta Italia. Per questo – ha aggiunto la dirigente nazionale della Filt – è sempre più urgente l’incontro che coinvolga anche Sda, per affrontare l’emergenza e trovare le soluzioni necessarie alle problematiche sociali, occupazionali, di ordine pubblico, di sostegno al reddito e di continuità operativa”.

Paolo Rangoni, amministratore delegato di Sda, afferma che perdere il 50% dei volumi in un mese per un’azienda è devastante e che “Lo sciopero mette a rischio il piano di risanamento e anche l‘immagine di Poste Italiane ne risente” ha continuato, ammettendo che “alcuni operatori stanno licenziando e ci sono clienti che non stanno pagando le fatture come ritorsione”.

La protesta è scattata a seguito della sospensione di 43 dipendenti di una cooperativa appaltante per l’avvicendamento di un nuovo fornitore. I dipendenti in questione, iscritti a 2 sigle sindacali differenti che non avrebbero ancora raggiunto un accordo sulle rivendicazioni avanzate, sono stati, quindi, il motivo scatenante della protesta e Si Cobas ha ribadito che si vuole la garanzia che i nuovi soggetti appaltanti non mettano in pericolo i posti di lavoro e le condizioni economiche dei lavoratori.

Al momento, le tensioni restano ancora alte a Bologna e a sud di Milano, a Carpiano, dove circa 400 facchini, terrorizzati dall’idea di perdere il posto di lavoro e il permesso di soggiorno essendo in larga parte extracomunitari, continuano le serrate.