In molti Comuni il 30 settembre è in calendario la scadenza Tari prorogata da quest’estate. Ricordiamo che la scadenza della tassa sui rifiuti varia di Comune in Comune quindi si consiglia di consultare il portale di propria competenza per sapere entro quando occorre pagare e con quali regole. Nel frattempo riportiamo alcune informazioni utili alla generalità degli utenti relative all’importo della Tari: da una recentissima sentenza che apre spazio agli sconti della tassa dei rifiuti per disservizi al rischio aumenti della Tari 2021 su tutto il territorio nazionale.

Sconto Tari fino al 40% se il Comune non raccoglie i rifiuti

Sta facendo il giro del web, vista la portata che potrebbe avere, la recentissima sentenza della Cassazione in tema di servizio raccolta rifiuti e pagamento Tari. Ci riferiamo alla  sentenza n. 19767/2020 dello scorso 22 settembre. I giudici, partendo dalla natura del tributo, hanno stabilito che, nei Comuni in cui il servizio di raccolta rifiuti non viene svolto in modo regolare, i proprietari di casa hanno diritto ad uno sconto sulla Tari fino al 40%. La percentuale si calcola in base alla distanza dalla residenza al primo punto di raccolta. Il caso si riferisce al Comune di Nola, dove un’impresa ha chiesto una riduzione della Tari per via del grave disservizio riscontrato. I giudici hanno concluso che, è vero che il pagamento della Tari non dipende dall’effettivo utilizzo del servizio da parte del contribuente. A patto però che “il servizio sia istituito e sussista la possibilità della utilizzazione”

Tassa rifiuti 2021: rischio aumento della Tari in molti Comuni

L’approvazione del Piano economico finanziario 2020 include anche la determinazione della Tassa sui Rifiuti (Ta.Ri.). Nel complesso si riscontra un calo del prelievo a carico dell’utenza, anche per via delle riduzioni previste per contrastare l’emergenza Covid-19. Ma c’è un aspetto importante da considerare che potrebbe comportare aumenti notevoli.

In alcuni Comuni la tassa sui rifiuti rischia addirittura di raddoppiare. La possibilità si deve al fatto che i Comuni non potranno più equiparare ai rifiuti urbani i rifiuti speciali delle imprese. Il divieto è previsto nel decreto legislativo 116/2020. In altre parole il Dlgs prevede la detassazione di tutte le attività produttive. Le utenze non domestiche potranno conferire i propri rifiuti urbani anche al di fuori del servizio pubblico, a patto di poter dimostrare, fornendo apposita documentazione, di averli correttamente avviati al recupero. Ciò significa che la platea di coloro che devono pagare la tassa sui rifiuti si riduce dunque, chi paga, pagherà importi più alti per assicurare la copertura del gettito. Per le tasche dei proprietari di casa questo potrebbe comportare un aumento consistente. Pensiamo soprattutto ai Comuni in cui già la tassa sui rifiuti è alta. Non sempre a fronte di un servizio puntuale e ben gestito. A tal proposito si è parlato anche di “beffa romana” anche se l’aumento non riguarderà solo la capitale.